Titolo originale:
Sceneggiatura: Cristiano Brignola
Disegni: Alex Agni
Anno 2012 + 2013
Edizione: Absoluteblack
Pagine: 48 + 64
- Che film le piacciono?
- Quelli che parlano della vita vera e dei problemi di ogni giorno.
- Che musica le piace ascoltare?
- Ascolto un po' di tutto.
- Si sente al sicuro?
- No.
- Ucciderebbe mai qualcuno?
- No. Però è giusto difendersi.
- E' mai stato innamorato?
- Non so. In fondo non si ama mai davvero davvero nessuno.
- Crede che le cose possano cambiare?
- Non so. Non mi interessa.
- Sogna mai una voce che si fa chiamare Zu?
- ... mi è capitato solo una volta. E' negli archivi.
- Vorrebbe essere speciale?
- Sì, ma penso di essere un po' come tutti.
- In che modo vorrebbe essere speciale?
- ... essendo un po' come tutti.
Le cose, come si sa, succedono spesso per caso, ma è invece l'attenzione che prestiamo a quel caso a non essere quasi mai casuale. Ad esempio, nel finire di leggere i primi due volumi di tre - con il terzo in divenire e non ancora uscito - durante la mia quotidiana ricerca di notizie dal mondo da spammare via social network, mi sono imbattuto in un articolo di una donna che felice nel suo sorridere verso la macchina fotografica del giornalista, nutriva la sua bestiola canina, un pechinese dal muso schiacciato, come ogni pechinese che si possa chiamare tale, con il latte della sua propria tetta umana, dicendosi, nell'intervista che accompagnava il servizio, appagata. Non fate quella faccia, è risaputo del resto che dove c'è gusto non c'è perdenza. A ogni modo, il fatto che mi stessi fidando della veridicità di questo ritrovamento casuale, mi ha riportato alla mente una massima orwelliana, credo ripresa da 1984, in cui la realtà del protagonista afferma che non è necessario vedere le cose con i propri occhi o sentirle con le proprie orecchie, basta semplicemente fidarsi di ciò che viene detto, proprio quel che pur con un minimo controllo del caso ho fatto io. Ed è qui che arriviamo a parlare di Vedic Riot.