Avremmo potuto anche scegliere dell'altro, ma è il quinto anno e con il quinto anno Take five ci va come il pepe sopra il cacio a sua volta sopra i maccheroni, no?
Se vi domandate il perché della foto segnaletica, il motivo è che nel frattempo son sempre a Bologna, però mi son trasferito in una casa che vorrei poter dire "mia", ma facciamo che invece dico "da solo", se capite cosa intendo.
Il che significa che posso abusare dell'oh-nanismo! anche senza chiudere le porte, per esempio, oppure stirare in mutande senza per questo generare altrui allarmistici dolori al braccio sinistro.
Lo so, quest'anno son anche fin troppo latitante, nella scrittura e vorrei evitare le eventuali, costanti, scuse del caso, ché difatti non ne ho una che sia una e che sia valida a motivare l'assenza, "Io so uno stronzo testa de cazzo," diceva l'esimio poeta, ma vi voglio ancora bene come il primo giorno.
Comunque, per tornare al principio, qui è tutto bellissimo.
Pur essendo a venti minuti a piedi dalle mura cittadine, sembra di essere in una villa di campagna. Ci sono le piante, ci sono i vicini sulle sedie in strada che parlano in qualche dialetto terronico, c'è un'aria gradevole, ci sono i tafani che pigramente ti usano come un bancomat per i loro prelievi e funziona anche internet, funziona molto bene internet.
A rovinare il quadro esistenzialista da film neorealista italiano anni Sessanta, con i treni merci che vanno dalla mattina alla notte, c'è una sudamericana che per dire qualunque cosa grida e sproloquia con parole degne dei cessi di Tiburtina e una bambina piangente, sua terzogenita, che urla ogni due minuti: "Mamma! Mamma!"...
Pur essendo a venti minuti a piedi dalle mura cittadine, sembra di essere in una villa di campagna. Ci sono le piante, ci sono i vicini sulle sedie in strada che parlano in qualche dialetto terronico, c'è un'aria gradevole, ci sono i tafani che pigramente ti usano come un bancomat per i loro prelievi e funziona anche internet, funziona molto bene internet.
A rovinare il quadro esistenzialista da film neorealista italiano anni Sessanta, con i treni merci che vanno dalla mattina alla notte, c'è una sudamericana che per dire qualunque cosa grida e sproloquia con parole degne dei cessi di Tiburtina e una bambina piangente, sua terzogenita, che urla ogni due minuti: "Mamma! Mamma!"...
Ricordarsi di aggiungere la voce "vasectomia" alla lista della spesa.
Buona lettura e buon martedì!
e da quand' è che sei diventato la cavia umana del parrucchiere di Casaleggio?
RispondiEliminaUna sevizia quotidiana, guarda, ero partito come controfigura del Libanese, sto diventando Mungo Jerry.
EliminaE' una vita piena di insoddisfazioni.
A.