Forse non essenzialmente io, ma io

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Bologna (itinerante), Bo, Italy
Nato a Taranto il 6 maggio nel segno del Toro. Il Giallo del collettivo Shingo Tamai, cialtrone poliedrico, dilettante eclettico, onnivoro relazionale, sempre in cerca di piaceri, di vezzi, di spunti e di guerre perse in partenza. L'idea di comparire in questi termini sulla rete è nata da un brainstorming con un amico, Leonardo Chiantini, qualunque fortuna possa avere il suo primo "quaderno di appunti" virtuale, è a lui che vanno i suoi ringraziamenti.
Benvenuti e buona lettura.
Ps. Aggiungetemi su Facebook e, con lo pseudonimo andrelebrogge, su Twitter

venerdì 28 maggio 2010

Aforisma del giorno

"Se fossi nato qualche secolo fa sarei stato un luddista. Ma non per il problema sociale dei posti di lavoro in diminuzione, bensì perché questo futuro sta annichilendo il piacere dello scoprire il piacere, del toccarlo, del respirarlo, del renderlo sensibile attraverso i 5 sensi"

lunedì 17 maggio 2010

Mark Haddon - Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte

Titolo originale: The curious incident of the dog in the night-time
Autore: Mark Haddon
Anno 2003
Edizione: Giulio Einaudi editore
Pagine: 247

Bene, cominciamo con una considerazione di concetto. Questo libro, contrariamente da ciò che è scritto in quarta di copertina, non è un giallo e il caso da risolvere, lo strano caso, non ha che una "marginale" importanza all'interno del romanzo. E' il motivo scatenante, il quid che innesca la storia, la sete di curiosità.
Il protagonista, Christopher e la sua gravissima forma di autismo sono il fulcro, oltre che i diretti narratori dell'intera vicenda, che si spinge molto più in là dell'omicidio del cane, semplice punto di partenza.

Pensandoci, e non saprei dire se stranamente o no, la straordinarietà di questo romanzo è che pur elaborando ogni cosa attraverso la mente logico-matematica del giovane protagonista, è una fortissima componente emotiva a coinvolgere il lettore, trascinandolo in piacevole corsa dalla prima all'ultima pagina.

Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte è una specie di diario di bordo in cui i colori offerti, talmente vari e differenti dalla normalità cui siamo abituati, sono così perfetti e obiettivamente naturali da ottenere la quadratura del cerchio.
Non solo in senso geometrico!

Buona lettura.

sabato 15 maggio 2010

Aforisma del giorno

"La colpa non è degli stronzi, loro seguono solo la loro natura. La colpa è di chi consente agli stronzi di esser tali"

mercoledì 12 maggio 2010

Simona Vinci - Stanza 411

Titolo originale:
Autore: Simona Vinci
Anno 2006
Edizione: Einaudi Stile Libero
Pagine: 121

Ammetto che parlare di questo libro mi è davvero difficile. E' il suo aver invaso la mia sfera sentimentale, a rendermi complicata la stesura della recensione, un esercizio che ha bisogno di chiarezza logica, di attitudine all'attenzione per i particolari, presenza.
Invece questo libro mi ha tolto tutto già con la copertina; quella silhouette di donna così eterea da essere quasi trasparente, come se lei fosse relativamente importante, come se il focus non fosse lei, ma la stanza. Una fotografia persistente nella lettura e nella mia memoria.
Stanza 411
è un libro d'amore. Credo simile a nessuno tra quelli a cui siete abituati. E' come se vi entrasse un coltello nel petto e la sua punta cercasse la vostra vulnerabilità, trovandola senza alcun indugio.

E' una storia d'amore raccontata in prima persona. Ma è priva di nomi. Non sono importanti. Le sue pagine sono come gli occhi di una donna: vivaci, sensibili, ammalianti e crudeli.
Non c'è un lieto fine. E' una catarsi. E' talmente bello da togliere il fiato, una notte d'amore prima del carcere a vita.
Questo libro mi ha innamorato, patologicamente.
Ma, come una donna, non è per tutti. Non è un Harmony, non è di Sparks, né della Steel, né di Moccia. La Vinci vive come donna prima che come scrittrice i postumi dei sentimenti che racconta, ne vive i ricordi, l'emozioni, la carnalità. O almeno è così che l'ho percepito.
Leggetelo, anzi fateci l'amore. Accarezzatelo, leccatelo, sentitene l'odore come fareste con la pelle della vostra (o del vostro) amante. Badate, amante, non amato. E' una relazione che saprete già finita prima ancora di cominciare, non per questo meno dolce, chimerica e avvolgente.
E' apoteosi e inferno.
E' una destinazione, non un arrivo.
Buona lettura.

sabato 8 maggio 2010

Daniel Evan Weiss - Gli scarafaggi non hanno re

Titolo originale: The roaches have no king
Autore: Daniel Evan Weiss
Anno 200o
Edizione: Universale Economica Feltrinelli
Pagine: 242

Avvertenza per i soggetti più delicati di stomaco, questo libro non fa per voi, avete infinite possibilità, gli scaffali di una libreria sono sempre pieni di fogli di carta, comprate quelli, deponete questo, ne va del vostro bene.
Seconda avvertenza, fate attenzione alle vostre case.

Bene, tenevo a far presente queste cose, perché son necessarie per poter avere vita facile con un libro spassoso come questo.
In realtà si dovrebbe puntualizzare anche un'altra cosa, giusto per non cascare nell'errore in cui son caduto io. Se volete comprarlo come regalo sappiate che non sarà di un libro strettamente comico che farete dono. Potrebbe non aver rilevanza, ma il titolo ed anche la trama in quarta di copertina tendono ad essere fuorvianti. Molto fuorvianti.


Gli scarafaggi non hanno re è un romanzo dai tratti straordinarimente interessanti, ben scritto, dotato di una fluidità narrativa apprezzabile e drammatico.
Sappiate che prima di definirlo in questa maniera (benché già nel riassunto in quarta si provveda a farlo) ho dovuto attraversare un brainstorming (benché solitario) di pensieri, aprire a casaccio il libro per leggere le battute dei personaggi e denunciare ad alta voce la mia incapacità di riuscire a dare delle coordinate. Poi l'illuminazione.
E' un dramma, una tragedia teatrale in prosa.
Il libro, non la mia intelligenza. Va beh, si, anche.

Lo so, quando lo leggerete (perché vi consiglio davvero di farlo) non capirete forse il perché. Ma non è solo in conseguenza del finale, che è possibile maturare questa visione.

La principale caratteristica del libro è il suo punto di vista capovolto. I protagonisti non sono gli umani, ma gli scarafaggi e il "loro" mondo, che poi è anche lo stesso nostro, solo visto da una prospettiva completamente differente, più piccola, più grottesca (definizione quest'ultima oltremodo umana) e, a tratti, a dir poco esilarante. Protagonista della storia è Numeri, uno scarafaggio nato tra le pagine della Bibbia, la sua colonia di blattelle e le vicende che riguardano la covivenza tra loro e Ira Fishblatt, un pigro avvocato americano quarantenne, di origine ebraica e d'idee liberali.
Ed è qui il dramma. In una convivenza tra uomo e insetti, chi invade chi? Chi è il padrone di casa e chi l'ospite?


Leggetelo, davvero. E' qualche giorno che ho chiuso le pagine di questo libro, e posso affermare che oltre a qualche ora di spasso, ho maturato un'insana forma di paranoia. Ora so che mi spiano continuamente, che sovrappopolano ogni interstizio assaggiando ciò di cui mi nutro e che siamo noi a vivere in mezzo a loro e non il contrario.
Buona lettura.
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