Forse non essenzialmente io, ma io

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Nato a Taranto il 6 maggio nel segno del Toro. Il Giallo del collettivo Shingo Tamai, cialtrone poliedrico, dilettante eclettico, onnivoro relazionale, sempre in cerca di piaceri, di vezzi, di spunti e di guerre perse in partenza. L'idea di comparire in questi termini sulla rete è nata da un brainstorming con un amico, Leonardo Chiantini, qualunque fortuna possa avere il suo primo "quaderno di appunti" virtuale, è a lui che vanno i suoi ringraziamenti.
Benvenuti e buona lettura.
Ps. Aggiungetemi su Facebook e, con lo pseudonimo andrelebrogge, su Twitter

sabato 8 maggio 2010

Daniel Evan Weiss - Gli scarafaggi non hanno re

Titolo originale: The roaches have no king
Autore: Daniel Evan Weiss
Anno 200o
Edizione: Universale Economica Feltrinelli
Pagine: 242

Avvertenza per i soggetti più delicati di stomaco, questo libro non fa per voi, avete infinite possibilità, gli scaffali di una libreria sono sempre pieni di fogli di carta, comprate quelli, deponete questo, ne va del vostro bene.
Seconda avvertenza, fate attenzione alle vostre case.

Bene, tenevo a far presente queste cose, perché son necessarie per poter avere vita facile con un libro spassoso come questo.
In realtà si dovrebbe puntualizzare anche un'altra cosa, giusto per non cascare nell'errore in cui son caduto io. Se volete comprarlo come regalo sappiate che non sarà di un libro strettamente comico che farete dono. Potrebbe non aver rilevanza, ma il titolo ed anche la trama in quarta di copertina tendono ad essere fuorvianti. Molto fuorvianti.


Gli scarafaggi non hanno re è un romanzo dai tratti straordinarimente interessanti, ben scritto, dotato di una fluidità narrativa apprezzabile e drammatico.
Sappiate che prima di definirlo in questa maniera (benché già nel riassunto in quarta si provveda a farlo) ho dovuto attraversare un brainstorming (benché solitario) di pensieri, aprire a casaccio il libro per leggere le battute dei personaggi e denunciare ad alta voce la mia incapacità di riuscire a dare delle coordinate. Poi l'illuminazione.
E' un dramma, una tragedia teatrale in prosa.
Il libro, non la mia intelligenza. Va beh, si, anche.

Lo so, quando lo leggerete (perché vi consiglio davvero di farlo) non capirete forse il perché. Ma non è solo in conseguenza del finale, che è possibile maturare questa visione.

La principale caratteristica del libro è il suo punto di vista capovolto. I protagonisti non sono gli umani, ma gli scarafaggi e il "loro" mondo, che poi è anche lo stesso nostro, solo visto da una prospettiva completamente differente, più piccola, più grottesca (definizione quest'ultima oltremodo umana) e, a tratti, a dir poco esilarante. Protagonista della storia è Numeri, uno scarafaggio nato tra le pagine della Bibbia, la sua colonia di blattelle e le vicende che riguardano la covivenza tra loro e Ira Fishblatt, un pigro avvocato americano quarantenne, di origine ebraica e d'idee liberali.
Ed è qui il dramma. In una convivenza tra uomo e insetti, chi invade chi? Chi è il padrone di casa e chi l'ospite?


Leggetelo, davvero. E' qualche giorno che ho chiuso le pagine di questo libro, e posso affermare che oltre a qualche ora di spasso, ho maturato un'insana forma di paranoia. Ora so che mi spiano continuamente, che sovrappopolano ogni interstizio assaggiando ciò di cui mi nutro e che siamo noi a vivere in mezzo a loro e non il contrario.
Buona lettura.

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