Forse non essenzialmente io, ma io

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Bologna (itinerante), Bo, Italy
Nato a Taranto il 6 maggio nel segno del Toro. Il Giallo del collettivo Shingo Tamai, cialtrone poliedrico, dilettante eclettico, onnivoro relazionale, sempre in cerca di piaceri, di vezzi, di spunti e di guerre perse in partenza. L'idea di comparire in questi termini sulla rete è nata da un brainstorming con un amico, Leonardo Chiantini, qualunque fortuna possa avere il suo primo "quaderno di appunti" virtuale, è a lui che vanno i suoi ringraziamenti.
Benvenuti e buona lettura.
Ps. Aggiungetemi su Facebook e, con lo pseudonimo andrelebrogge, su Twitter
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martedì 31 dicembre 2019

L'anno che verrà



Vorrei aver detto a tutti quanti,
di quando morì quell'anno vecchio,
che scriver di propositi e rimpianti
val come stare a mingere in un secchio.

Che sia, infatti, riempito fino al mezzo
o tracimato ben oltre il suo ciglio
vuotarlo per pulirlo è solo un vezzo.
Ma il mio non sarebbe che un bisbiglio,

perché, in quel bruciar di abiti e Vecchioni
e festeggiar con brindisi ed auguri,
se auspicassi a voi che il guadagnato

fosse pari a quanto seminato,
fatti i giusti e debiti scongiuri,
vi voltereste a dirmi: "che coglioni!".

Buon 2020.

martedì 6 marzo 2018

Il Freddo

Ci prese tutti senza distinzione, uno a uno
rovinosamente, come accade spesso.
Inizialmente "sarà l'inverno", pensò qualcuno,
"quel vento dal nord instilla un fare sì sommesso",
ma già in Primavera, fu a tutti manifesto
che il freddo non si sarebbe tolto coi cappotti,
che non sarebbe passato tanto presto.

Alcuni furono presi coi cazzotti
lasciati con volti lividi, le bocche infrante,
finché non dissero "sì" a forza di botte.
Nel letto fu colto qualche benpensante,
giurò che fosse colpa della notte
ma sapeva bene di quanto fosse stato noncurante
di quanto tempo fosse trascorso dall'ultime lotte,
di quanto la libreria fosse più piena dei suoi occhi.

Ma i più, si ritrovarono già in piazza,
gli adulti a sventolar bandiere e i bimbi con in testa i fiocchi
urlavano insieme: "Vaffanculo a tutti!", "Viva la Razza!"
i più sosfisticati, dopo l'inno, "Viva la Nazione!".
Non c'era più ragione, sembrava non bastasse che l'istinto
di essere nel giusto, nel sentire il Capo che dal balcone
gridava: "Oggi è un nuovo inizio, abbiamo vinto".

Nel pieno della nostra indifferenza ci entrò nell'ossa piano piano,
che così ti prende il freddo quando siedi,
e perdemmo tutto, subendo la prepotenza della mano,
a causa del nostro non esser stati in piedi.

sabato 27 gennaio 2018

Aspettando il 4 marzo

Sono giorni che sento discutere, e io stesso discuto, del prossimo futuro che ci attende dal 4 marzo in poi e benché mi sia ripromesso di non scrivere o approfondire in rete posizioni e programmaticità, penso sia giusto mettere per iscritto una riflessione brevissima.

Nel parlare con molti di voi, mi capita spesso di scorgere un illuminato ottimismo per questo paese e per il suo futuro e parlo di questo paese e non di Europa o di mondo occidentale, perché è qui in Italia che vivo ed è dell'Italia che sono informato.

Ecco, in seguito a questi scambi e visto lo stato imperante, penso di poter trovare almeno quattro possibilità di lettura: la prima possibilità è che siate dei poveri idioti o magari solo profondamente miopi, terribilmente, forse inguaribilmente, ignoranti al punto da non capire, ad esempio, che celebrare la memoria e poi cacare letteralmente su qualunque essere umano si differenzi da voi per religione, colore della pelle, nazionalità, sia equivalente a un quoziente intellettivo "sedia"; la seconda possibilità è che siate in qualche modo collusi, legati a doppio filo con qualcosa che vi consente e, reputate, consentirà anche in futuro, di mantenere la vostra posizione privilegiata; la terza è che la speranza abbia mangiato ogni cellula del vostro raziocinio e, come in un'opera manzoniana, siate in attesa della Provvidenza, succede, ad esempio, quando ritenete che l'onestà basti a un politico per far bene il proprio lavoro. E a questo punto non si capisce perché mai non la richiediate anche a un elettricista o a un impiegato delle poste, o a qualunque altra variabile lavorativa, musicisti, pittori e scrittori inclusi, al posto della competenza, perché voi stessi non sviluppiate l'onestà - così preziosa umanamente - anche a scapito della vostre altre qualità. La quarta, ed è verosimile quanto quell'altre, è che il coglione, invece, sia io e quanti, come me, di fronte al vostro ottimismo subodoriamo con addosso un senso di tesa impotenza il disastro.
Buon sabato, buona lettura.

giovedì 18 settembre 2014

Di cazzi, di culi e di microcervelli.

Quotidianamente mi imbatto in prove di umanità - e a voler guardar bene la parola umanità ne avrei anche da pensare a quale sia quella di riferimento - che mi lasciano perplesso, quando non inorridito.

venerdì 11 luglio 2014

Aforisma del giorno

"Il problema dell'ignoranza non è nel suo esistere, essa, difatti, è sempre esistita, probabilmente anche in maniere ben più dilaganti del modo a cui siamo abituati. 
Semmai, ed è questo che riguarda l'oggi, il problema è nella libertà con cui ci sente di esprimerla, quasi fosse un vanto di cui andare orgogliosi"

domenica 23 febbraio 2014

Perché Sanremo è Sanremo - Vol. II


"La bellezza è il non so che, è il quasi nulla"
...è l'apostrofo tra elle e apostrofo.
... poi c'è la droga.

Ligabue, che testo pregno. Proprio sei pregno di testi pregni.
Tu mangiassi più prugne forse saresti meno pregno.

Il libro parlava chiaro: "... all'improvviso il Sole si oscurerà oscurando il creato e la pioggia, lavando ogni cosa sulla terra, mostrerà la verità agli occhi di ognuno, Ligabue canterà De Andrè e il settimo cherubino squillerà la sua tromba...".
Insomma, un Sanremo che comincia con Ligabue che canta Creuza de mä, all'onorevole memoria di Fabrizio De Andrè - parole chiave di questa prima frase: Ligabue, Creuza de mä, De Andrè - avrebbe già di per sé un che di preoccupante, se a questo si associa anche il tentativo di oKKupazione operaia sugli spalti con tanto di letterina da far leggere in diretta e accento partenopeo, allora siam pericolosamente vicini al melodramma. 

sabato 23 febbraio 2013

Frivolezza del giorno - Monorima in oni. A rimar con Berlusconi


Ho letto in strada su alcuni cartelloni
“Vota Berlusconi, voti soluzioni”.
E’ strano ritrovar queste affissioni,
sì ovvie da sprecar luce ai lampioni.
Ché mica è vero, come dicon gli infamoni,
che ha corrotto giudici e opinioni,
che ha protetto Mangano, omaggiato simili campioni,
che grazie al suo potere, e non all'erezioni,
ha umiliato le donne, peggiore tra i papponi.

La colpa non è sua, cari bricconi,
son gli altri, i politici, i veri puzzoni,
quei quattro comunisti gli straccioni
che da bravi ladri rubano i milioni.
Suvvia, vi chiede il vostro voto all’elezioni
poi toglierà via l’IMU, siate buoni,
sarà sensibile anche alla causa dei ricchioni
darà le case ai giovani, ai vecchi le pensioni.
Pensateci, non bastano vent’anni alle ragioni,
figuriamoci alle sue, vittime di persecuzioni.
O forse abbiam vissuto di finzioni
e siamo noi i colpevoli, gli unici coglioni.

domenica 17 febbraio 2013

Perché Sanremo è Sanremo

"Finalmente un cantante straniero che vince Sanremo"
Enrico Lombardi 

Era il Settembre del 2006 quando mi dissi che non avrei più guardato la televisione se non costretto dal contesto logistico/amicale, ma Sanremo...
Sanremo era dal 1996: Elio e le Storie Tese con La terra dei cachi secondi dietro a Vorrei incontrarti tra cent'anni di Ron e Tosca e già allora ne dissi. Intendo di bestemmie.


venerdì 15 febbraio 2013

venerdì 11 gennaio 2013

Frivolezza del giorno - Monorima in anza. Ovvero: Una personale rimostranza

Se la sapessi fuori dall'Italia, a conveniente distanza,
sdraiato sull'amaca col vento sulla panza
nessun male possibile sarebbe mai abbastanza:
non basterebbe avvelenar ogni sua pietanza,
 né che sui suoi beni incombesse la finanza,
oppure la genia le morisse tutta a oltranza,
sarei comunque enfio della mia intolleranza.

Invece son qui al buio della mia stanza
ed il saperla in giro con quella sua ignoranza
a fomentar nel cuore d'ogni gonzo la speranza,
e a farlo senza alcuna riluttanza,
mi fa salir su il matto, cieco mi sopravanza.
E tutto questo insieme, questa ... fragranza,
il solo pensiero ch'una qualsivoglia minoranza
le possa tributare una pur minima importanza,
mi costringe, Cavaliere, alla temperanza
del sopportarlo vivo e in latitanza,
piuttosto che ogni dì subir la vicinanza!

venerdì 16 novembre 2012

Frivolezza del giorno

"Oggi mi hanno suonato alla porta due donne e mi hanno chiesto se volevo abbonarmi a "Torre di Guardia". Ho deciso che lo farò, mi sono sempre piaciuti i flash games"

giovedì 29 settembre 2011

Dal Cern al Gransasso, l'intervista di un successo d'Italica speme

In agio all'eminenza del genio della nostra Italica intellighentia, vogliamo riportare la determinazione delle parole del nostro Ministro della Pubblica Istruzione Maria Stella Gelmini, tratte da un comunicato datato Roma, 23 settembre 2011:


Ed è da questo plauso, sentito dal più profondo del cuore, che ringraziamo Il Dottor G.G. (che ha richiesto l'anonimato proprio per rispettare il successo di un laborioso progetto collettivo), benemerito ricercatore italiano al CERN di Ginevra e tra i firmatari del progetto del tunnel per la facilitazione della Circolazione dei neutrini tra il CERN e i laboratorii del Gran Sasso, per essere su queste pagine e aver accettato di rispondere alle nostre curiosità.

Benvenuto su Lettere e Giorni Professore e grazie sinceramente per la sua disponibilità, ci racconti com'è nata questa idea magnifica.  
- Innanzitutto grazie a voi per il cortese invito! 
Come sempre la genesi di questi ambiziosi progetti non è opera di una sola mente, né avviene in poco tempo. Era già evidente dagli anni 80 che, per ottenere risultati mai raggiunti prima nella fisica dei neutrini, fosse necessario regolarne e migliorarne la circolazione tra i laboratori del CERN e del Gran Sasso. Come si può intuire erano vari i punti problematici della circolazione in superficie, due fra tutti: le dogane svizzera e francese, le autostrade italiane spesso affollate e di certo non ben attrezzate per supportare la circolazione di miliardi di neutrini al secondo (emblematico era il costante rallentamento dei neutrini nei pressi di Casalecchio, nonché le interminabili file estive nei pressi di Rimini). Fu proprio in queste condizioni che molti fisici incominciarono a pensare ad una possibile soluzione del problema. All'inizio l'idea del tunnel nonostante si presentasse come la più efficace, non fu accollata con favore viste le grandi difficoltà tecniche associate. Ben presto però le divergenze e le diffidenze, anche alla luce delle riuscite esperienze europee dei grandi tunnel, dal Monte Bianco al San Gottardo, furono superate, e un rinnovato entusiasmo si diffuse nella comunità scientifica. Ci volle lo sforzo di quasi 200 tra fisici ed ingegneri, ben 5 anni di progettazione e quasi 20 di costruzione, ma alla fine eccoci qua.

Quali sono state le difficoltà intervenute?
- Le difficoltà incontrate sono state tantissime: scavare un tunnel di quelle dimensioni (750 Km) perfettamente dritto, sviluppare sistemi di drenaggio dell'acqua proveniente dalla superficie, prevedere uscite di sicurezza utilizzabili da particelle che viaggiano a velocità paragonabili a quelle della luce, sono state cose che in più di un'occasione hanno dato enormi grattacapi ai nostri ingegneri e che hanno richiesto soluzioni innovative e creative. Ma il problema che ha veramente rischiato di far saltare il progetto è stato più che altro politico: superato il problema della dogana francese grazie alle nuove regole della comunità europea, rimaneva quello della dogana svizzera. Infatti equiparare i neutrini a merci avrebbe portato alla necessità di prevedere la presenza di un ufficio di controllo doganale svizzero nel tunnel che, oltre ad essere estremamente difficile da costruire per garantire condizioni di lavoro accettabili e sicure per i doganieri, avrebbe causato notevoli rallentamenti alla circolazione dei neutrini, riducendo notevolmente i vantaggi del progetto. Per questo fu intrapresa e vinta una battaglia politica per far rientrare i neutrini negli accordi di Schengen e garantirne la libera circolazione. Per questo tutta la comunità scientifica deve ringraziare i Ministeri francesi ed italiani degli Esteri e della Ricerca nelle persone dei rispettivi ministri, che hanno sempre appoggiato e creduto nel progetto. 


Se mi posso permettere, il successo in questo caso è senza dubbio dovuto al vostro rispetto per le persone più esposte ai vostri lavori e cioè gli abitanti di quei luoghi attraversati da quest'opera di immense proporzioni. Come avete fatto ad ottenerne la benevolenza senza riscuotere l'attenzione e quindi i riflettori dell'opinione pubblica o dell'informazione, restando nell'anonimato fino al completamento dei lavori?
- Come avrà notato tra le difficoltà appena elencate non facevo riferimento ad eventuali problemi con le popolazioni dei luoghi attraversati dal tunnel. Dopo l'approvazione del progetto fu convocato un grande incontro tra una delegazione degli scienziati del CERN e dei Laboratori del Gran Sasso, i rappresentanti di tutti i Ministeri coinvolti nel progetto e i rappresentanti, istituzionali e non, di tutte le realtà locali. Dopo qualche perplessità e paura iniziali, il progetto fu accolto benevolmente anche perché fu chiaro da subito il basso impatto di un tunnel costruito a decine di metri sotto il livello del terreno. Sorrido ancora se ci ripenso, ma un contributo determinante nell'accettazione del progetto fu dovuto a quel sano antagonismo e campanilismo presente tra le popolazioni europee: i francesi non volevano essere meno degli svizzeri, gli italiani meno dei francesi, i lombardi meno degli emiliani ecc… Così appena fu convinta una parte dei rappresentanti delle comunità locali, una specie di effetto domino rese tutto più semplice. 

Sono sicuro che questo che lei dice possa davvero incuriosire i nostri lettori, ma con questa separazione epocale non ritenete di poter affermare, con le dovute precauzioni del caso s'intende, che oramai non solo gli eventuali lavori di una Salerno-Reggio Calabria, ma persino quelli di un Ponte sullo Stretto possano considerarsi non più in fase embrionale? 
- Questa è una domanda naturale che molti italiani si saranno posti. Tengo però a precisare che nonostante l'imponenza e l'innovazione di questo nuovo tunnel perfettamente dritto che collega due laboratori lontani ben 750 Km l'uno dall'altro, attraversando zone geograficamente e morfologicamente molto diverse tra loro, è comunque un progetto relativamente piccolo e sicuramente meno impegnativo rispetto a quello di un'autostrada di circa 400 Km, che dispiegandosi su un territorio dal pianeggiante al montano attraversa ben tre diverse regioni italiane: i soldi ed il tempo speso non fanno che confermare questa semplice considerazione. Un discorso a parte andrebbe fatto per il Ponte sullo Stretto, ma non voglio sbilanciarmi non essendo un esperto del settore.

Come cambierà quindi il nostro mondo dopo questa vostra opera?
- La risposta a questa domanda non è facile, sicuramente nel campo della fisica permetterà studi sui neutrini impensabili fino ad oggi. Ma non dobbiamo limitarci a questo, il tunnel potrebbe essere utilizzato per lo studio e lo sviluppo di esperimenti nei più disparati campi scientifici, dalla geologia alla speleologia, dalla biologia alla medicina. Senza parlare poi di eventuali perfezionamenti e utilizzi su grande scala delle tecnologie sviluppate per la costruzione del tunnel, che potrebbe presto portare a radicali cambiamenti nei modi di pensare, gestire ed organizzare grossi centri abitati. Immaginate ad esempio fognature che scorrono a decine di metri sotto le città. Addio odori sgradevoli! Oppure alcuni di questi tunnel potrebbero essere usati per raggiungere falde acquifere o sorgenti sotterranee e dare il via a tutta una nuova branca del turismo. Perché precluderci delle possibilità, è nella natura umana pensare in grande e che cosa è il Tunnel se non questo, un grande pensiero che si è trasformato in realtà grazie all'impegno e al lavoro di tanti esseri umani.

Ha ragione dottore, è proprio vero, la ringraziamo per questa esauriente intervista. 
Con questo, cari lettori di Lettere e Giorni, attraverso le parole del professor G. istantanee italiche della nostra vorace capacità e del nostro estro laborioso, vi lasciamo con i vostri pensieri a considerare l'obiettivo raggiunto e quel comunicato, così incoraggiante del nostro brillante Ministro Gelmini, come a una pietra miliare su cui poggiare la speme futura.
A presto e buona lettura!

martedì 16 agosto 2011

Aforisma del giorno

"Ormai manca solo che un qualche politico in diretta tv dica: giacché finora vi siete mangiati e bevuti tutto quel che ho detto, è ora che vediate com'è fatto il vostro pasto; quindi calandosi le braghe defechi sotto gli sguardi attenti di tutti"

giovedì 7 aprile 2011

martedì 1 febbraio 2011

Aforisma del giorno

"Tanto non ci si può riuscire, è troppo forte il richiamo all’uguale, troppo forte il richiamo all’omologazione, a un gruppo.
Ci siamo cresciuti, ce l’hanno ficcato a forza nel cervello.
Possiamo togliere il chiodo, ci resterà il buco.
Questo, senza contare il buon numero di mentecatti che popola il mondo
"

martedì 11 gennaio 2011

giovedì 23 dicembre 2010

Aforisma del giorno

"Se a Natale diventassimo davvero tutti più buoni, ritireremmo tutti i soldi dalle banche"

giovedì 11 novembre 2010

Aforisma del giorno

"Io non sono preoccupato dal presente, quanto dal futuro. Gli italiani non recidono la testa del loro re. Gli italiani lo mandano in esilio e, dopo cinquant'anni, hanno da rispondere ai rimborsi che gli vengon chiesti per i danni subiti dall'esilio e, dopo gli stessi cinquant'anni, invitano il nipote del re nei talkshow"

mercoledì 13 ottobre 2010

Aforisma del giorno

"In un mondo che vive di passato, la tradizione è l'unica cosa cui è davvero necessario attaccarsi"
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