"Mi chiamo Alvise Mariani
e sono il direttore marketing
di una catena alberghiera.
Ma è di Dafne Delirio che voglio parlarvi. "
"Mi chiamo Gabriele Rossetti,
lavoro come operatore
nel centro prenotazioni
di un grande ospedale di Roma
e non voglio avere figli.
A parte questo
credo di essere una persona normale."
E siamo a due su due, ché forse è vero è un po' presto per tirar su statistiche, ma comincia a venirmi in mente che quelli di Fernandel hanno la passione per le storie bislacche, attraversate anche nei momenti di pathos da una lettura sardonica o ironica della realtà. Insomma, il tardo pomeriggio di venerdì, l'ho trascorso alla libreria Feltrinelli di Piazza Galvani, quella che: "Tutti ci passano davanti, ma poi vanno a comprare alle Due Torri.", dove i mattacchioni di Fernandel avevano organizzato la presentazione del libro: Bambini esclusi di Federico Platania, accompagnato in questa data da due intervistatori mai visti né sentiti su queste pagine (come no!), Alberto Sebastiani, e Gianluca Morozzi, che prima o poi mi si presenteranno con un'ingiunzione del tribunale accusandomi di stalking.
La vicenda è raccontata da un io-narrante duale nei personaggi di Alvise e Gabriele: il primo sogna di poter spiare Dafne Delirio, personaggio tv, pop-star, imprenditrice di se stessa, dalla cui passione è genuinamente ossessionato, al risveglio nella camera di un hotel mentre la luce dell'alba la colpisce da un'angolazione precisa in grado di immortalarne la naturale bellezza; il secondo è altresì ossessionato dal non voler diventare padre, ritenendo che la sua vita, come la conosce oggi, giungerà al termine nell'istante stesso in cui questo avvenimento accadrà.
In questa storia, nettamente divisa tra queste due parentesi, l'elemento di congiunzione è innanzitutto la gestazione dei personaggi, che trova spiegazione nelle parole dello stesso autore: "Il lavoro che facciamo ci definisce e ci cambia ed è questo il motivo per cui il tema lavoro è così centrale nei miei libri. Tutte le volte che sto per scrivere un personaggio io mi chiedo: che lavoro fa?"; il secondo elemento è la natura ossessiva, che spinge senza sosta i due personaggi nella ricerca dell'ottenimento dei loro desideri. La meraviglia è che tutto questo vien creato utilizzando una tono scrittorio che, anche dove si percepisce un climax elevato, non perde mai quel sorriso sornione, quell'atteggiamento che con leggero divertimento pervade la quotidianità di tutti. Come quando accade qualcosa di talmente tanto tragico o si agisce in maniera talmente tanto macchiettistica, che a pensarci bene, magari potendo estraniarsi dall'essere i protagonisti dell'istantanea, si potrebbe solo ridere.
La presentazione è stata una specie di caffè letterario senza il caffè, con quel sorriso sotto i baffi sempre pronto a venir fuori alla prima battuta di qualcuno dei presenti, un'ora di dilettevole leggerezza condivisa.
Adesso non ci resta che leggere il libro e cercare, nel desiderio ossessivo di ricreare l'incontro finale dei due personaggi, uno di quegli interessanti alberghi dove ammettono tutti, bambini esclusi!
A presto e buona lettura.
Nessun commento:
Posta un commento
Commentate, ché solo nello scambio c'è ricchezza per entrambi.