Forse non essenzialmente io, ma io

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Nato a Taranto il 6 maggio nel segno del Toro. Il Giallo del collettivo Shingo Tamai, cialtrone poliedrico, dilettante eclettico, onnivoro relazionale, sempre in cerca di piaceri, di vezzi, di spunti e di guerre perse in partenza. L'idea di comparire in questi termini sulla rete è nata da un brainstorming con un amico, Leonardo Chiantini, qualunque fortuna possa avere il suo primo "quaderno di appunti" virtuale, è a lui che vanno i suoi ringraziamenti.
Benvenuti e buona lettura.
Ps. Aggiungetemi su Facebook e, con lo pseudonimo andrelebrogge, su Twitter

martedì 17 aprile 2012

Incontro con l'autore Anna Melis (13 aprile 2012)

"Questo libro è un affresco"
Michela Murgia

Balente  - Nella comune accezione è un uomo particolarmente saggio e capace (valente) nel suo lavoro e pertanto rispettato dalla comunità,  per estensione è colui che reagisce agli abusi facendosi rispettare.

Seguendo i buoni propositi già presentati altrove, ho trascorso l'ultima parte del pomeriggio di venerdì alla libreria Melbookstore, di nuovo sì, assistendo alla presentazione del libro (tra i titoli finalisti al premio Calvino 2011) Da qui a cent'anni, edito da Frassinelli,  della scrittrice Anna Melis intervistata dallo scrittore molisano Alfredo Colitto.
Da qui a cent'anni è ambientato in Barbagia negli anni Cinquanta del secolo scorso e ha come protagonista della vicenda un bambino, Ninniu, narratore di una storia in prima persona che ha a sua volta un altro protagonista il balente Graziano, suo fratello maggiore e suo personalissimo eroe. Ed è il profondo legame tra i due personaggi e il significato della parola balente, tanto da ricercarla nella quotidianità del vivere, a trasformare una storia famigliare (di violenza, d'amore e d'onore d'altri tempi) in un romanzo di formazione, quello che vede Ninniu vivere con la speranza di diventare onorevolmente rispettato come già è Graziano.

Il romanzo è come un quadro che ricalca i caratteri della Sardegna, lo fa nel motto che gli dà il titolo, Da qui a cent'anni che fa il paio con "a chent'annos" augurio sardo di buona salute, lo fa nel linguaggio del testo, ricco di parole e fonemi e modi di dire del duro linguaggio isolano, lo fa con l'ambiente e i personaggi: i primi richiamati continuamente come fotografie conservate in un album, i secondi rappresentati nella durezza di un'emotività forte ma repressa e da un senso dell'onore appassionato e istintivo. 
L'intervista di Colitto precisa e puntuale e le risposte dell'autrice, più che svelare il romanzo hanno raccontato la genesi della storia nata per l'esigenza esplosiva della scrittura, hanno affrontato i caratteri generali del libro, spizzicato come giocatori di poker le carte che avevano in mano, e che erano arricchimento e scoperta e senso di nostalgica lontananza per chi da anni ormai ha lasciato la sua terra trapiantandosi altrove, e in tutto questo hanno, credo volutamente lasciato acceso, anzi innescato ancor più vivacemente, lo stesso fuoco che mi aveva spinto ad essere lì, la curiosità.
A presto e buona lettura.

1 commento:

Commentate, ché solo nello scambio c'è ricchezza per entrambi.

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