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Cominciamo con un indovinello facile facile:
- Si trova a Bologna e ospita spesso eventi ganzi
- Si affaccia sul Reno
- E' ricavato negli ambienti dell'antico mulino medievale Leone Aposa
- A passare domenica sera ci avreste trovato come ospite il progetto Musica da cucina
Siccome lo so che l'indovinello è decisamente una stronzata, vi offro un aiutino, inizia con "Capo" e finisce con "di Lucca". Ecco, bravi! Difatti nella deliziosa sala di quel particolarissimo open space nascosto nel centro di Bologna e ospitato dall'evento "Pesce d'Aprile" organizzato dal progetto gastronomico Altra cucina itinerante, si è esibito Musica da Cucina.
Lo so, ne avevo parlato pragmaticamente e con tono meno lusinghiero di quanto avrei voluto qui, ma come affermavo proprio all'interno di quella recensione per poterne avere un quadro più completo sapevo di dover più che mai assistere a un live. Purtroppo il non aver partecipato alla prima parte della serata mi ha impedito non solo di gustare la fantasiosa cena a tema ittico (potrei solo dire del Muller Thurgau un vero e proprio canto alcolico), ma anche di poter godere del primo tempo dello spettacolo musicale, per cui mi son dovuto accontentare solo dell'ultima parte della performance, la chiusura dell'evento in tre canzoni (Crumbs, ...E sorridi quando cucini e The rest song) e un breve momento di lazzo collettivo.
Musica da cucina è suggestione e coinvolgimento. La suggestione arriva quando semplici utensili diventano strumenti musicali improvvisati, che diventano a loro volta i ricordi di quando da bambino osservavi incuriosito le mani delle donne di casa (fossero di madre o di zie o di nonne) plasmare i materiali, sferruzzare la pasta, sminuzzare le verdure, far cantare soavemente nei tintinnii leggeri la tavola che veniva apparecchiata, che poi infine diventavano i manicaretti che oggi, adulto fuori sede, finiscono per mancarti così tanto. Il coinvolgimento è immediatamente successivo a quell'innescarsi di storie di mani imbiancate di farina, che cominci a vederti scorrere dentro sotto forma di immagini. Il racconto di questo delicatissimo progetto musicale è composto dall'insieme degli attimi, un'unione di miscele "involontariamente" casuali che esaltano la grazia dell'unicità dei gesti e la bellezza della loro irripetibilità.
Un risveglio di sensazioni che nel suono argentino del brano The rest song prodotto dai piattini da tè sul pavimento del Capo di Lucca e, in chiusura, in quel lazzo collettivo di cui sopra, con la distribuzione alla platea degli "strumenti" da suonare, trova e ricrea l'incanto dello stare assieme, del costruire attraverso tutti i sensi armonie, dello scoprire che anche un coltello ha un suo suono e insieme a un piatto e a una teiera può diventare musica. Una musica che ha anche un po' la malinconica poesia di quando le luci della sala da pranzo, dopo una meravigliosa serata tra amici, si spengono per andare a dormire.
A presto e buon ascolto!
Cucina e musica: che bel connubio..
RispondiEliminaoriginale e discreto!
Lo devo ammettere, mi mancavano i tuoi soffici commenti!
EliminaVivA!
A presto!
A.