Titolo originale: At the Mountains of Madness
Autore: Howard Philip Lovecraft
Anno 2009 (1936)
Edizioni Grandi tascabili economici Newton & Compton
Pagine 153
"Quanto tempo aveva resistito la nuova città nelle caverne sottomarine? Si trovava forse ancora lì, come un cadavere di pietra in quell'eterna oscurità? Col tempo, le acque sotterranee si erano congelate? A quale sorte erano andate incontro le città sul fondo oceanico nel mondo esterno? Qualcuno degli Antichi era forse fuggito al nord prima dell'avvento della cappa di ghiaccio?"
Quando sentii parlare per la prima volta di questo romanzo, fu sul manuale di un gioco di ruolo ambientato proprio nelle atmosfere dei romanzi di H.P.L., ma descriveva tutt'altra vicenda, raccontava di un pullman in avaria, di un conducente che scendeva dal mezzo per controllare il guasto, che dopo l'accertamento si allontanava sulle montagne circostanti imbracciando il fucile senza più tornare. Non stava parlando di questo romanzo. Era semplicemente altro.
In questo romanzo è la ricerca scientifica ad essere il mezzo che riporta in luce l'orrore dimenticato, quello che la storia della Terra nasconde in sé. L'Antartide poi, luogo in cui la vicenda è ambientata, è un mondo dentro il Mondo, con la sua impareggiabile temperatura, il senso infinito del suo essere un deserto di ghiaccio, l'inquietudine del suo silenzio bianco. L'Antartide è un posto che dire misterioso non è abbastanza, e anzi con tutte le sue curiosità (ad esempio quelle legate al Lago Vostok), colpisce nell'immaginario come pochi altri posti conosciuti.
In questo romanzo è la ricerca scientifica ad essere il mezzo che riporta in luce l'orrore dimenticato, quello che la storia della Terra nasconde in sé. L'Antartide poi, luogo in cui la vicenda è ambientata, è un mondo dentro il Mondo, con la sua impareggiabile temperatura, il senso infinito del suo essere un deserto di ghiaccio, l'inquietudine del suo silenzio bianco. L'Antartide è un posto che dire misterioso non è abbastanza, e anzi con tutte le sue curiosità (ad esempio quelle legate al Lago Vostok), colpisce nell'immaginario come pochi altri posti conosciuti.
Le Montagne della Follia, che fu motivo di enorme disperazione per l'autore a causa di una pubblicazione ottenuta solo dopo molti rimaneggiamenti e con un'attesa di ben cinque anni, è questo, prima che un breve romanzo che ha per protagonista un geologo della Miskatonic University (come forse già si sa di assoluta invenzione dell'autore) a capo di una spedizione di ricerca localizzata al Polo sud.
La storia alterna scoperte di estrema importanza per lo più scientifica ad avvenimenti sconvolgenti, che con ritmo sempre crescente aumentano il livello di tensione in cui si finisce istintivamente proiettati. L'arma della scrittura di Lovecraft è, come sempre, il buio; l'orrore più grande non è quello che si scopre nel riflesso causato dal passaggio di una torcia sul ghiaccio, quello è il semplice BU improvviso, il salto sulla sedia, l'orrore vero è invece quello che non si mostra nemmeno appena nitidamente, che si percepisce, ma che è meglio non vedere, perché vederlo significherebbe per contro essere visti.
La storia alterna scoperte di estrema importanza per lo più scientifica ad avvenimenti sconvolgenti, che con ritmo sempre crescente aumentano il livello di tensione in cui si finisce istintivamente proiettati. L'arma della scrittura di Lovecraft è, come sempre, il buio; l'orrore più grande non è quello che si scopre nel riflesso causato dal passaggio di una torcia sul ghiaccio, quello è il semplice BU improvviso, il salto sulla sedia, l'orrore vero è invece quello che non si mostra nemmeno appena nitidamente, che si percepisce, ma che è meglio non vedere, perché vederlo significherebbe per contro essere visti.
Nell'introduzione al libro, Lucarelli scrive: "... Posso dire che a leggerlo succedono due cose. La prima è che si capisce da dove viene almeno metà del nostro immaginario contemporaneo per quanto riguarda inquietudine, terrore, paura, avventura, fantastico e orrore. L'altra metà viene da Edgar Allan Poe ... La seconda è che si viaggia. E che come sempre con Lovercraft, in termini di emozioni e tensione, non si viaggia gratis."; ed è vero, perché il veder salire a galla un orrore primordiale completamente immerso nel proprio io, e leggerlo già descritto sulle pagine di un libro, è la magistrale rappresentazione dell'inquietudine che H.P.L. attraverso questo romanzo sa regalare.
Buona lettura!
Ps. Ho scoperto che il regista Guillermo del Toro sta lavorando, prodotto da Peter Jackson, alla realizzazione di un film del libro. Attendiamo voraci...
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