Titolo originale:World War Z. An oral history of the Zombie War
Autore: Max Brooks
Anno 2007
Editore: Cooper storie
Pagine: 307
"I morti risorgeranno e i loro corpi saranno svegliati"
Apocalisse di Isaia 26,19
"Quindi la prossima volta che qualcuno prova a dirle che la vera perdita di questa guerra è stata la nostra "innocenza" o una parte della nostra "umanità", [sputa in acqua.] quello che è, amico. Vallo a raccontare alle balene"
Mentre stavo cominciando a scrivere forse l'aver ri-osservato la copertina mi ha fatto venire in mente: "This is the end, beautiful friend. This is the end, my only friend, the end", così sono andato sul tubo e ho messo i Doors. Che ci volete fare, il pensiero dell'Apocalisse è sempre suggestivo e sono sicuro che non serve essere nichilisti, per aver anche solo immaginato possibili scenari da fine del mondo e The End, va probabilmente bene per uno qualsiasi di quelli immaginati.
Ma passiamo alla domanda del giorno, se vi chiedessi di pensare a uno scenario apocalittico, quale verrebbe a disegnarsi nella vostra mente?
Nella mia già al solo pensiero della domanda, pur sapendo bene dove sto per andare a parare, mi si sovrappongono quadri su quadri, che mi pare di essere in uno di quei film di fantascienza in cui per vedere gli ologrammi li devo spostare con la mano e accostare gli uni agli altri. Per il sig. Brooks l'apocalisse è zombi e non vi nasconderò che a me la possibilità di una simile evenienza mi garba da matti, sempre ammettendo l'aver a che fare con gli zombi lenti di romeriana memoria e non con i centometristi dei film più contemporanei.
Insomma, voi aprite World War Z e vi ritrovate nel mezzo di un racconto/intervista a più voci della più grande depressione subita dal genere umano, una guerra mondiale fatta dagli uomini contro ZOM (l'orda risvegliata di non-morti) o da ZOM contro gli uomini a seconda dei punti di vista.
Il romanzo diventa quindi un'enorme sbobinatura di interviste rilasciate da soldati, politici, attivisti, civili, di tutto il mondo, i quali parola dopo parola cesellano un insieme di fatti, aneddoti, ricostruzioni raccontando nel complesso ciò che è stato negli anni di guerra e ciò che resta del mondo as they know it.
WWZ è un libro di intrattenimento ben scritto e scorrevole, che pecca forse di due particolari: il primo, è non aver sempre abbastanza forza nello strutturare le diversificazioni tra personaggi; lasciando, per esempio, un linguaggio che più spesso non si distanzia e non trova novità, bensì semi-ripetitività; il secondo, è nella sua lunghezza, anche con cinquanta pagine in meno sarebbe stato ugualmente valido e sufficiente.
Nel frattempo, come spero accada, in attesa che un virus infetti la razza umana, un liquame tossico la umetta restituendone proditoria e fatiscente non-vita, accada una qualsivoglia cosa che abbia come prodotto simili effetti, io affilo le armi, che si sa: "È dell'uomo previdente non mancare mai di niente" e per dimostrarvi quanto io sia previdente, mi basterebbe mostrarvi il contenuto delle mie tasche o del mio borsello.
Buona lettura.
Ma passiamo alla domanda del giorno, se vi chiedessi di pensare a uno scenario apocalittico, quale verrebbe a disegnarsi nella vostra mente?
Nella mia già al solo pensiero della domanda, pur sapendo bene dove sto per andare a parare, mi si sovrappongono quadri su quadri, che mi pare di essere in uno di quei film di fantascienza in cui per vedere gli ologrammi li devo spostare con la mano e accostare gli uni agli altri. Per il sig. Brooks l'apocalisse è zombi e non vi nasconderò che a me la possibilità di una simile evenienza mi garba da matti, sempre ammettendo l'aver a che fare con gli zombi lenti di romeriana memoria e non con i centometristi dei film più contemporanei.
Insomma, voi aprite World War Z e vi ritrovate nel mezzo di un racconto/intervista a più voci della più grande depressione subita dal genere umano, una guerra mondiale fatta dagli uomini contro ZOM (l'orda risvegliata di non-morti) o da ZOM contro gli uomini a seconda dei punti di vista.
Il romanzo diventa quindi un'enorme sbobinatura di interviste rilasciate da soldati, politici, attivisti, civili, di tutto il mondo, i quali parola dopo parola cesellano un insieme di fatti, aneddoti, ricostruzioni raccontando nel complesso ciò che è stato negli anni di guerra e ciò che resta del mondo as they know it.
WWZ è un libro di intrattenimento ben scritto e scorrevole, che pecca forse di due particolari: il primo, è non aver sempre abbastanza forza nello strutturare le diversificazioni tra personaggi; lasciando, per esempio, un linguaggio che più spesso non si distanzia e non trova novità, bensì semi-ripetitività; il secondo, è nella sua lunghezza, anche con cinquanta pagine in meno sarebbe stato ugualmente valido e sufficiente.
Nel frattempo, come spero accada, in attesa che un virus infetti la razza umana, un liquame tossico la umetta restituendone proditoria e fatiscente non-vita, accada una qualsivoglia cosa che abbia come prodotto simili effetti, io affilo le armi, che si sa: "È dell'uomo previdente non mancare mai di niente" e per dimostrarvi quanto io sia previdente, mi basterebbe mostrarvi il contenuto delle mie tasche o del mio borsello.
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