Ascoltate come sembra il primo
l'ultimo accordo che io imparai.
Io non voglio, non voglio morire
e a morire non riuscirò mai.
"Quello che non voglio"
Se immaginassimo domenica scorsa come inizio di settimana e quindi oggi il suo settimo e ultimo giorno, questa sarebbe stata davvero da considerare come straordinaria e probabilmente insuperabile. Infatti dopo aver fatto la conoscenza di Valerio Evangelisti, oggi è toccata a Stefano Benni, Quello Stefano Benni, subire la mia azione di disturbo dello spazio altrui, in questo caso il suo.
Bologna, Librerie Coop Ambasciatori ore 17.00, incontro con l'autore Stefano Benni e presentazione della sua ultima fatica letteraria edita da Feltrinelli, "Le Beatrici". Ad accompagnarlo in questa presentazione un'artista (credo di aver capito) romana, Elisa Marinoni (la sola delle cinque attrici di questo esperimento teatrale/scrittorio presente in sala), che ha incantato la platea con la sua suggestiva interpretazione dei monologhi: Mademoiselle Lyconthrope e Beatrice.
Questo libro, è composto però da otto personaggi, otto donne con le loro rispettive singole voci a recitare il loro personalissimo monologo. L'esperimento letterario è nella sua totalità dominato dal colore rosa, vista la presenza di sole donne anche nella messinscena del libro, e questo considerando i mondi del sentire femminile potrebbe già essere un filo conduttore.
A suggerirne però uno possibile, pur contrariato dal doverlo necessariamente ricercare, è stato lo stesso Benni, affermando che "in fondo le donne di questo libro son tutte spinte dalla voglia di indipendenza; infatti in un mondo dominato dall'uomo, loro sono in lotta nell'assecondare la loro propria natura".
Le domande del pubblico, il quale dopo un primo momento di generale imbarazzo, si è sbizzarrito, le magnifiche interpretazioni della Marinoni e le divertenti trovate di Benni, che comunque non ha risparmiato affermazioni al vetriolo contro la società politica italiana, hanno lasciato scorrere spassosamente un'ora, chiusa da una sua poesia "Quello che non voglio", scritta per Fabrizio De André, poco prima della scomparsa del cantautore.
Nell'ultima dissertazione culturale proposta, l'autore ha parlato di come la figura femminile di "Lolita" di Nabokov nell'essere paragonata alla sedicente Ruby, sia stata storpiata: "ci portano via sempre le cose più belle", ha infatti detto.
Ho però un pensiero ottimista (stranamente) da contrapporgli; in fondo finché ci saranno autori come lui o incontri come questo, non tutte le cose belle ci saranno state davvero portate via.
A presto e buona lettura.
A presto e buona lettura.
è un autore che mi ha sempre incuriosito ma che non ho mai avuto il coraggio di leggere. sono un cazzone, lo ammetto, verso la letteratura italiana contemporanea non ho mai rivolto grossa fiducia, spinto forse da arroganza, forse da presunzione, probabilmente da ignoranza.
RispondiEliminagiuro che, grazie anche a questa pillola, colmerò tale lacuna.
bravo Andre, sono contento di questo post.
a presto