Altro giro, altra corsa e son di nuovo al Modo, che potrebbe essere un po’ il corrispettivo del mio personalissimo Paese dei balocchi. E questa volta del paese dei balocchi ha tutto, persino la parte fiabesca.
Un’ora e mezza, cioè la durata dell’incontro (minuto più minuto meno), tanto è bastato per interessarmi, emozionarmi, divertirmi, commuovermi e convincermi a comprare il libro Silvia che seppellisce i morti, scritto da Claudio Bagnasco ed edito da Il Maestrale.
Questa presentazione ha esattamente quattro protagonisti, due uomini e due donne: Claudio Bagnasco autore del libro (come appena detto), dotato di una spontanea simpatia e di un eloquio diretto e intenso; Alberto Sebastiani, un personalissimo uomo della provvidenza (di cui saprete meglio nel post scriptum) che nel suo presentare il libro, ha consentito: a “noi” pubblico di orientarci all’interno dell’incantevole trama e all’autore di svelarsi in alcuni sui ghiotti retroscena; quindi menzione d’onore alle due intrattenitrici, senza le quali certamente l’alchimia perfetta dell'incontro non si sarebbe creata: Rita Felicetti e Mikaela (o Micaela?) Cappucci, rispettivamente l’emozionante interprete vocale degli estratti letti del romanzo e la musicista che l‘ha accompagnata nelle sue parentesi di lettura recitata, con chitarra, voce, gargarismi e kazoo a labbra (che non sottintende alcuna volgarità [depravati!], ma semplicemente che simulava il suono del kazoo con le labbra).
“Quando si è di fronte a una scelta radicale è evidente che tutto il resto viene cancellato, l’adesione incondizionata al proprio destino consegna una patente di validità anche all’equivoco”.
Silvia che seppellisce i morti è un libro dai tratti molto complessi a “fargli da padrone” ed è, per questa ragione, difficilmente inscrivibile in un unico genere letterario. Questo per mettere il cuore in pace dei catalogatori. Forse, pensandoci, se c’è un genere a cui si può avvicinare, ma per i tratti surreali e favolistici di alcuni suoi passaggi, è proprio quello fiabesco. In questo sembrano allinearsi il gatto apparentemente parlante che accompagna Silvia e soprattutto i protagonisti della trama principale, che vivono con l’intensità di chi intraprende in un certo senso la strada senza ripari dell’eccesso, quella che non prevede compromessi. Un po’ come accade nelle fiabe dove i protagonisti hanno un destino segnato nel bene e nel male dal loro temperamento invitto. Così è Silvia nella sua ricerca della gerbera da regalare a Caterina; così il figlio di lei, Davide che si rifugia nell’odio per la madre e nell’assuefazione alla droga e all’amore per Alice; così è la stessa Alice che a sua volta incarna nel suo amore d’incondizionata accettazione per Davide la Misericordia, così per tutti gli altri, fino all’unico personaggio innominato (nel senso di privo di nome proprio), il monomaniaco che morbosamente perseguita Silvia.
I personaggi del romanzo son privi di lacrime, persino quando queste non potrebbero far altro che bene, ma del resto come fa notare Bagnasco stesso: “il pianto è lo sfogo di un dolore inatteso e improvviso. Il quale non può colpire i protagonisti perché artefici del loro stesso destino". Probabilmente quindi è questa privazione ad avermi messo nella condizione di commuovermi profondamente. Sicuramente in questo senso c’è lo zampino della bravura artistica di Rita e Mikaela.
Vorrei aggiungere un altro paio di piccole perle nell’intento di presentarvi più accuratamente le pagine del romanzo e convincervi ulteriormente a comprarlo, ma le conserverò per quando, dopo averlo letto, arriverà il momento di recensirlo.
D’accordo, via, ne aggiungo una (di perla), ma sadicamente la butterò nello stagno del vostro genio lasciando ad ognuno i propri cerchi concentrici. Vi introduco quindi le digressioni, le brevi storie parallele che intrecciano il tema narrativo principale, che durante la presentazione hanno avuto il nome di corsivi e il merito di entusiasmare con ancor più forza la mia immaginazione. Hanno esattamente due funzioni, la prima, più evidente, di abbassare il tono emotivo del romanzo e di accrescere l'aspettativa del lettore nei confronti della trama principale; la seconda, più interessante, è quella di mostrare come, anche nei momenti più cruciali della vita di un individuo, il destino si muova per tutti senza concentrarsi sulla crucialità vissuta dal singolo. Ma prometto che ve ne parlerò a tempo debito.
Silvia che seppellisce i morti varrà la vostra “messa in lettura”, ve l’assicuro.
Cercatelo.
Leggetelo e lasciatevi commuovere.
Leggetelo e lasciatevi commuovere.
A presto e buona lettura.
Ps. Il motivo per cui ho aggiunto ad Alberto il titolo di uomo della provvidenza è legato all’avermi, prima ricordato l’esistenza della cena di Letteraria, e quindi impedito, grazie alla sua gentile disponibilità, di perdermi l'evento nel disperato quanto vano tentativo di raggiungere la Sala rossa (mi pare si chiami così) nei pressi di Borgo Panigale - Bo. A lui un personale saluto.
lo voglio leggere! :D
RispondiEliminaCaro Andrea,
RispondiEliminagrazie delle parole belle e appassionate.
Ti auguro ogni bene
Claudio
Aspettiamo con ansia la tua recensione finale! ma posso dirti con totale serietà, che quel che ho letto adesso, mi basta per convincermi a comprarlo!
RispondiEliminaOttimo scritto. Lo comprerò!
RispondiEliminaValentina
Buona lettura alle tre donne e mi raccomando dopo averlo gustato ditemi che ne pensate! ^^
RispondiEliminaA presto.
Andrea
Ps. Claudio, grazie e imboccallupo!
Mi sa che mi aggiungerò anch'io ai lettori.
RispondiEliminaCiao e a presto.