Forse non essenzialmente io, ma io

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Nato a Taranto il 6 maggio nel segno del Toro. Il Giallo del collettivo Shingo Tamai, cialtrone poliedrico, dilettante eclettico, onnivoro relazionale, sempre in cerca di piaceri, di vezzi, di spunti e di guerre perse in partenza. L'idea di comparire in questi termini sulla rete è nata da un brainstorming con un amico, Leonardo Chiantini, qualunque fortuna possa avere il suo primo "quaderno di appunti" virtuale, è a lui che vanno i suoi ringraziamenti.
Benvenuti e buona lettura.
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domenica 17 febbraio 2013

Perché Sanremo è Sanremo

"Finalmente un cantante straniero che vince Sanremo"
Enrico Lombardi 

Era il Settembre del 2006 quando mi dissi che non avrei più guardato la televisione se non costretto dal contesto logistico/amicale, ma Sanremo...
Sanremo era dal 1996: Elio e le Storie Tese con La terra dei cachi secondi dietro a Vorrei incontrarti tra cent'anni di Ron e Tosca e già allora ne dissi. Intendo di bestemmie.


Quest'anno però, quando ho saputo degli ospiti musicisti presenti in gara, con lo sguardo a matto ho pensato che forse avrei anche potuto fare un piccolissimo strappo alla regola. Ok, lo ammetto, se non avessi saputo della presenza dei Marta sui Tubi e del ritorno degli Elii, dopo anni di dopo-Festival, avrei sicuramente avviato un attività di messa in piega pubica piuttosto che avvicinarmici. Ma la storia non si fa con i se.
La macchina dell'evento italiano NaziPop per eccellenza, è sempre in equilibrio su un filo che divide il pacchiano al fashion, il trash all'eleganza e non è stata da meno anche quest'anno a cominciare dalla scalinata da castello medievale della LEGO, passando per canzoni, trucchi, vestiti, battute, ma sinceramente mi ha divertito. Ho provato a cercare il perché e credo che si trovi nel modo social di condivisione che si è innescato e nell'affetto che legandomi ai cinque tubici e ad alcuni membri del Marta Fans Club, ci ha sparato tutti in quella sala col fiato sospeso a vedere cosa sarebbe accaduto, quali immagini avremmo potuto conservare.
Naturalmente quando dico che mi ha divertito che si è trattata di una parentesi anche piacevole, non intendo dire che mi sia davvero piaciuto tutto, ma non mi è dispiaciuto immischiarmi, mi ha strappato qualche risata di gusto e anche qualche scambio, molto più che semplicemente interessante e tanto basti a qualunque esperienza. Senza contare che Fazio-Littizzetto alla conduzione non son stati affatto un cattivo spettacolo, ma del resto la coppia è talmente rodata che entrambi son ormai più macchiette da Commedia dell'arte che non personaggi singoli, entità indistinte.

La stranezza di questo Festival, tra le altre, è nell'età dei Giovani - incredibilmente ho apprezzato i quattro differenti finalisti e la scelta di premiare la canzone di Maggio come vincitrice assoluta e quella di Rubino per il Premio della critica "Mia Martini" - tutti occhiometricamente oltre la soglia dei vent'anni, quindi ma è condivisa con le manifestazioni degli ultimi anni, soprattutto dalla presenza di Big che davvero non so a quale titolo possano definirsi tali e se voi pensate ai Marta sui tubi con dieci anni di esperienza musicale nel mondo indipendente, io invece penso a Chiara e ad Annalisa, provenienti dal mondo dei talent ok, ma a quale titolo presenti come artisti affermati?
Ma a parte inutili sterilismi questi i quattordici in ordine finale e gloria sia a loro al termine di questa pazza settimana.
Mengoni vincitore
Marco Mengoni - Saperlo vincitore mi ha fatto bestemmiare. Nulla contro di lui, semplicemente ha "solo" una bella voce, un po' troppo miagolante, tra l'altro. La canzone, L'essenziale, è una canzonetta, che non ha nulla di nuovo, nemmeno per il breve repertorio musicale di Mengoni. Sulla qualità delle sua presenza scenica già posso discutere meno, anche se nonostante la famiglia Tenco abbia affermato "... stasera, dopo 46 anni, è come se Luigi avesse vinto...",  dopo aver sentito la sua interpretazione di Ciao amore ciao, io credo più nella possibilità che il sempre compianto cantautore si sia tuffato nello Stige. Ma, insomma, il 2013 sia a Mengoni e pace fatta. Poteva anche andare peggio, in fondo.
Elio e le Storie Tese - Leggendari. Li seguo da metà della mia vita e riescono ancora a sorprendermi e a farmi piegare dalle risa. Dannati forever è una loro tipica, brillante, canzone da disco e i furboni, ne son certo, si son portati la Canzone mononota sapendo bene che sarebbe passata a mani basse. Trasformandosi di serata in serata hanno vinto tutto quello che potevano vincere - Critica, Arrangiamento - eccetto il Primo posto per il quale ringraziamo il televoto. Ma la verità è che non c'è stata storia dall'inizio. Hanno polverizzato anni di musica sanremese in tre minuti e mezzo.
Modà
- I signori del condizionale si presentano al festival di quest'anno con la canzone Non è l'inferno, ah no è quella del 2012 di Emma, scusate. Il terzo posto, con la canzone Se si potesse non morire è roba da laccarsi le mani con la cacca e prendersi a schiaffi. E non dico altro.
Malika Ayane - La cosa migliore che ho letto riguardo i suoi brani è stata: "Sangiorgi, perché non smetti di cantare e rimani a scrivere?" La ragazza con la moffetta imbalsamata e ossigenata  sui capelli - e detta dall'alto della mia acconciatura a culo di montone è tutto dire - si presenta con due canzoni scritte entrambe dal Giuliano vinaiolo conterrone, ma Niente viene buttata fuori la prima sera e la seconda E se poi, è solo un po' lagnosa e un po' bolsa. Se fosse rimasta Niente l'avrei voluta a lottare per il podio, così il quarto posto invece lo trovo un po' troppo in su.
Raphael Gualazzi
- La sua brillantezza l'ha lasciata in giro per il tour che avrà fatto durante questo tempo lontano dal festivallo. SAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII (Ci basta un sogno), l'ho trovata ampollosa, ripetitiva e pesante come poche altre e la performance di Raphael, proprio per le aspettative che avevo prima di sentirlo, è stata deludente tutte le sere, appena in crescente miglioramento interpretativo. Occasione sprecata per imporre anche in questa manifestazione la creatività brillante che me l'aveva fatto conoscere e apprezzare un paio d'anni fa.
Daniele Silvestri
- Lui sarebbe stato l'altro artista del mio personalissimo podio, se il televoto non fosse stato popolato da coprofagi artistici. A bocca chiusa è il brano più poeticamente toccante di questo Sanremo, metricamente perfetto, musicalmente delicato. E' un brano bellissimo e con lui ci rivediamo nella prossima collezione dei brani annuali da salvare. Tra l'altro Silvestri più passa il tempo più diventa bello - momento di outing omosex - sarà l'età o i soldi che gli hanno consentito migliorerie non so, ma insomma ha quella faccia lì, dice quelle cose lì e ci piace. 
Max Gazzè - Lui con o senza buone canzoni è già un personaggio e basta l'interpretazione che conferisce alle cose che canta per raggiungere buone prestazioni, anche se non sempre brillanti. Sotto casa, è una canzonetta leggera, tutta ritmo e coinvolgimenti, una di quelle canzoni di Gazzè che ti fanno muovere le mani e fare sì con la testa dall'inizio alla fine. Si può salvare, oppure no, può piacere oppure no, fatto sta che se la media qualitativa fosse stata questa, nessuno credo avrebbe avuto da obiettare alcun che.  
Chiara - Potrei sperticarmi in parole d'elogio per tutti, non lo farò, certo, ma potrei farlo persino per quei mestieranti ben forniti di gnugna dei Modà, ma per lei non saprei che dire. Appena uscita da XFactor è stata buttata su un palco con due canzonette tipiche di un qualunque Sanremo di uno qualunque di questi attempati sessantatre anni. Il titolo è Il futuro che sarà, ma l'odore, le parole, i pensieri sono vecchi e stantii come una casa Vittoriana. Ritenta sarai più fortunata e forse anche noi.
Annalisa - Altro giro altro talent. Detta come va detta, Annalisa si aggiudica la Palma di bella e chi l'ha vestita ha saputo il fatto suo in tutte le serate, detto questo, che tra l'altro in seguito ad alcuni commenti fatti durante l'ultima serata, moderatamente casti, mi ha fatto perdere la possibilità di trombà per il prossimo mese, la ragazza è fatta, finita e pronta. Scintille è una canzone leggerissima, interpretata se possibile con un ancor più perfetta leggerezza coerentissima con l'interprete. E' una specie di vento estivo piacevole, carezzevole e sinceramente questo nono posto non è adeguato, qualche posto più in su io glielo avrei dato.
Maria Nazionale - Una parte di me si rifiuta di spendere parole per l'immancabile quanto superflua percentuale partenopea, che ha smesso di aggiungere pepe al Festival dalla ninodangeliana Senza giacca e cravatta del 1999. La matrona - sembrano due gatte grasse [cit.] - con E' colpa mia ci rassicura e ci affossa, almeno sappiamo che per una volta non abbiamo fatto nulla nemmeno a nostra insaputa [cit.]. Però basta, vi prego. Abbiate pietà. 
Simone Cristicchi - Cristicchi sta all'allegria, come i Modà al condizionale. La prima volta (che sono morto) è deludente. Davvero, lui e Gualazzi me l'hanno ficcato dove fa più male a tradimento. Mi ero tanto rallegrato della loro presenza e poi ZAAAAN. Secco. M'hai fatto male, Simone, la prossima volta porta almeno la vasellina.
Marta sui Tubi - Mi viene da piangere. Ok, Vorrei, pur con tutta la sua componente armonica densa, non ci piace quanto la più brillante Dispari - eliminata al primo giro senza passare dal via - ma questa posizione è la più immeritata della classifica per un progetto che comunque in scena è stato un crescendo di fiamme dal culo - Mello, poi me lo spieghi perché l'ultima sera ti sei messo a correre lungo il palco. Tra l'altro l'idea di andare a suonare in acustico per le vie di San Remo è stata una ganzata pazzesca. A onor del vero ci son volute tre serate per vedere i Marta a cui sono abituato, ma diciamo pure che in qualunque modo è stato un successo. Vi ano, lo sapete.
Simona Molinari & Peter Cincotti - Questo duo è l'incognita, perché vorrei parlarne male, ma secondo me semplicemente non era il loro contesto. In un locale son abbastanza sicuro che questi son di quelli che fanno venir voglia di cantare e ballare, sul palco dell'Ariston ho riso tutte le volte che Cincotti apriva bocca perché mi pareva Barbara Bouchet, questo senza contare che La felicità non mi è piaciuta per niente. Se passate da Bologna e non chiedete la vendita di un rene per sentirvi, fate un fischio.
Almamegretta  - Conosciuti anche come AlmaNegretta e Raiz Shel Shabbat. Ultimi, con una canzone impegnata e il Mediterraneo nelle corde vocali del cantante, come qualcuno ha detto. Io però più che sentire il profumo del mare ci ho visto un polpo accrocchiato. Mamma non lo sa è probabilmente la loro peggior canzone, 'tacci loro. A chi non conoscendoli mi aveva chiesto chi fossero, avevo risposto descrivendo questa pasta vocalica dura accompagnata da melodie folk e percussioni. Una specie di viaggio in barca vela senza rotta. Per questo ho guadagnato l'epiteto di stronzo.

Le cose scritte in questi giorni, hanno arricchito senza misura le serate e in chiusura voglio spiegare il perché del turpiloquio finale delle mie battute, di tutti i miei post sparsi. 
Il problema non è chi ha vinto o chi ha perso il Festival. L'affare è di per sé abbastanza ininfluente, il futuro infatti se ne infischia delle esibizioni canore. Il problema, quello vero, è che in questa mistura inconsapevole, in cui chi avrebbe meritato apprezzamento e gratificazione non l'ha ottenuta e vice-versa, si resta in un buio da cui uscire è impossibile. Un limbo nebbioso che, ad esempio, al di là dei dischi venduti e dei numeri di persone presenti in uno specifico concerto, fa ritenere i ripetitivi Modà terzi davanti a ben migliori e capaci artisti, che impedisce di comprendere che la pur bella - anche se per me non piacevole - voce di Mengoni, ha alle spalle un'assenza contenutistica paurosa, una mancanza profonda di ricerca, un'inutilità di melliflua mestieranza a fronte di qualcosa che è possibile chiamare onesta, personale, presenza creativa.
Adesso posso andarmene affanculo, davvero.
Perché Sanremo è Sanremo!


Ps. Ve lo scordate che vi metto L'essenziale, questa è quella che per me ha vinto.

2 commenti:

  1. Complimenti per il dettagliato riassunto di questo Sanremo, mi trovo assolutamente d'accordo con te.

    Penso che questo poteva essere l'anno giusto... avevano tolto le vecchie carampane da Sanremo, avevano aperto le porte ai giovani, avevano tolto tutte le varie farfalline della situazione, gli Eli erano ritornati su quel palco dopo 17 anni, partecipavano i Marta sui tubi, finalmente un gruppo fuori dalla massa ed i luoghi comuni... e poi che fanno? Fanno vincere Mengoni e ci mettono sul podio pure i Modà con la frase "E se i baci si potessero mangiare, ci sarebbe più amore e meno fame"???
    MANGIAMERDA MALEDETTI

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Commentate, ché solo nello scambio c'è ricchezza per entrambi.

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