Non è la prima volta che mi trovo di fronte questo disco, per lo meno dal punto di vista dell’ascolto, ma quando ho avuto il piacere del live, pur in tutta la sua bellissima parentesi serale la sorpresa mi aveva tolto l’attenzione per il particolare, regalandomi solo un generalizzato, sensibile, benessere.
Una mia distrazione + 2, secondo il racconto di Cesare Malfatti – ex La Crus -, nasce con un incontro casuale – da cui la ragione della distrazione del titolo, intesa proprio come frivolezza senza impegno - tra lui, Antonio Zambrini e Luca Lezziero, a cui poi si è aggiunto il reparto strumentale di Riccardo Frisari, Matteo Zucconi e Vincenzo Di Silvestro e quello vocale femminile di Stefania Giarlotta, un elenco artistico che è necessario fare anche solo come ossequio a un’opera finita così compiutamente bella.
L’album si apre con una ballata da giornata uggiosa, Se tu sei qui, che cresce d’intensità strumentale per lasciare spazio ad alterazioni ora altrettanto morbide – Una mia distrazione; Marzo - ora più effervescenti – Per noi; Cantare - creando un insieme di brillante orecchiabilità.
Del resto, quando armonie jazz così eteree e avvolgenti, incontrano una voce altrettanto esile, seppur calda, come quella di Malfatti e si intrecciano a testi così intensamente costruiti e maturi, così ben cesellati nel raccontare i sentimenti e il relazionarsi degli spazi tra esseri umani, è inevitabile restare incantati. Piacevolmente inevitabile.
Buon ascolto!
Ps. Ringrazio Valentina e Sound Magazine per l'opportunità.
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