Forse non essenzialmente io, ma io

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Nato a Taranto il 6 maggio nel segno del Toro. Il Giallo del collettivo Shingo Tamai, cialtrone poliedrico, dilettante eclettico, onnivoro relazionale, sempre in cerca di piaceri, di vezzi, di spunti e di guerre perse in partenza. L'idea di comparire in questi termini sulla rete è nata da un brainstorming con un amico, Leonardo Chiantini, qualunque fortuna possa avere il suo primo "quaderno di appunti" virtuale, è a lui che vanno i suoi ringraziamenti.
Benvenuti e buona lettura.
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giovedì 23 febbraio 2012

Soundmagazine.it - Nolatzco - Assalto alla Luna


Un suono strumentale e vocale ruvido come risposta a frenetiche e insieme melodiche incursioni post punk. Questo descriverebbe perfettamente senza troppi fronzoli e senza inutili sfarfallamenti Assalto alla Luna (Psicolabel), rispettando la precisa direzione ricercata da questo mirabile progetto musicale d’esordio dei Nolatzco, gruppo legato a Rossofuoco di Giorgio Canali per mezzo di Giovanni “Nanni” Fanelli (voce e basso) qui accompagnato da: Stefania Orioli (basso disturbato), Diego Artioli (batteria) e Ivo Giammetta (chitarra). E’ un disco che lascia pochissimi sottintesi come un urlo improvviso nel mezzo del minuto di silenzio (o come scrivono nel testo di Baby rivoluzione una bestemmia), come un vero primo vagito che viene emesso senza alcuna voglia di non farsi sentire e nel quale è raccontato tutto il sentirsi (in quel momento incoscientemente) vivi.

Ed è questa l’unica differenza, perché se c’è qualcosa che questi ragazzi proprio non sono è incoscienti. Anzi tutti gli strumenti, voce inclusa, sono un incondizionato e incondizionabile bisogno di cambiamento, verso passioni più travolgenti (Assalto alla Luna, La ballata dei cuori intermittenti) e verso vite diverse (Tutto svanisce, Baby rivoluzione, Educati al successo) e lo gridano, lo affermano continuamente.
Il disco stesso nel suo scorrere sembra essere diviso in due tempi, il primo molto rumoroso, l’altro, eccetto per la deviazione momentanea di Signorina diesel, più degustativo, fino alla distorsione prolungata della Ballata dei cuori intermittenti, come un elettrocardiogramma disturbato, quello di chi ascolta forse.

La poesia di Fanelli, espressa a volte troppo crudamente nei testi, fa riflettere, fa riflettere sui bisogni reali ad esempio, ma anche sulla necessità di provare sensazioni per sentirsi appagati. Alla fine resta un po’ di rabbia e un po’ di malinconia, non saprei dire quale delle due di più.
Buon ascolto!


Ps. ringrazio Valentina e Soundmagazine, per l'opportunità!

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