Forse non essenzialmente io, ma io

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Nato a Taranto il 6 maggio nel segno del Toro. Il Giallo del collettivo Shingo Tamai, cialtrone poliedrico, dilettante eclettico, onnivoro relazionale, sempre in cerca di piaceri, di vezzi, di spunti e di guerre perse in partenza. L'idea di comparire in questi termini sulla rete è nata da un brainstorming con un amico, Leonardo Chiantini, qualunque fortuna possa avere il suo primo "quaderno di appunti" virtuale, è a lui che vanno i suoi ringraziamenti.
Benvenuti e buona lettura.
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giovedì 13 dicembre 2012

Soundmagazine.it - The Screw - Papallona

Mentre mi suona in sottofondo An introduction to the magical mystery world of the Screw, prima elettronica e, per certi versi, cacofonica traccia del disco Papallona, non riesco a distogliere gli occhi dalla copertina, l’eternal scream dello street artist SPAM, intitolato Accendi e spendi, nel quale bocche che si susseguono a bocche sembrano trascinarti nel fondo nero del quadro, in un’annichilente spirale senza fine e lo trovo singolarmente in tono con questi toni introduttivi eterei, distorti, alienanti.
Ma è solo un ingresso, il disco in tutto il caos creativo di questo trio senese denominato The screw, comincia davvero solo con la seconda traccia, When you sleep, dal sapore britpop, perché è con la sua fine che si comprende dove questi ragazzi vogliono arrivare: deconcentrare l’ascolto costringendolo a seguire il ritmo del loro flusso dei pensieri, che non può avere un solo tono, non può seguire un solo genere.
In un’ora di disco si affrontano una moltitudine di sonorità che non sempre sono in grado di sorprendere, ma nemmeno lasciano indifferenti. E così, dal brit pop si viaggia verso atmosfere psichedeliche sporcate da timbri cupi di basso e arrangiamenti post-rock, che finiscono per inebriarsi di riverberi elettronici, che a loro volta vengono corrotti da influssi new wave. Un minestrone direte voi, forse, ma non meno suggestivo aggiungerei io.

Google mi dice che Papallona è una parola catalana che significa farfalla ed in effetti il disco presenta del lepidottero la caratteristica cangiante nei toni - di colori nelle ali dell’insetto, di armonia in questo lavoro musicale. Non so se in queste loro undici tracce riesco a ritrovare la disperazione senza uscita suscitata dalla copertina, ma è certo che se questo secondo disco è l’inizio di una nuova via, ben distanziata dal punk giovanile del loro primogenito 80 (2010), il progetto ha carpito dalla papallona la maturità mutevole, non lo svantaggio della poca longevità. 




Ps. Ringrazio Soundmagazine e Valentina per l'opportunità!

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