Rarissimamente mi è capitato di partecipare a "incontri" che non hanno soddisfatto per nulla né il mio interesse né la mia curiosità. Diciamo che ho fiuto, come nella scelta dei libri, quindi vado a colpo sicuro. Ma, com'è naturale, rarissimamente non è sempre, e questo è stato uno di quei casi.
Devo ammettere che già la partenza non era stata particolarmente avvincente, visto che mi aspettavo la presentazione di un libro di Buticchi, del quale avendo letto brevi antologie dei suoi romanzi, volevo fare la conoscenza, ma fosse stato solo per questa mia personale incomprensione dei programmi dell'Ambasciatori, locale anfitrione dell'incontro di domenica, sarebbe stato relativo il mio scontento. Autori a confronto possono creare miscele ganzissime.
E allora cosa non mi è piaciuto?
Non mi è piaciuto il clima che vi ho respirato. Non mi è piaciuta l'impostazione della serata. Non mi è piaciuta affatto la sensazione di essere di troppo in mezzo a una platea che invece sembrava gradire l'essere di fronte al gioco del chi c'è l'ha più lungo" (leggasi Cazzòmetro). Non ho, infatti, assistito a un incontro simile a qualunque altro tra quelli già presentati ampiamente su questo quaderno virtuale d'appunti, ma si è trattato, o per lo meno mi è sembrato che si sia trattato, più di un sipario con due showmen che sponsorizzavano se stessi, cosa molto vicina al pontificare la propria larga esperienza di vita ed editoriale, ovvero tipo: "Ma sentite questa cosa quant'è interessante. Eh beh lo so, ho una vita avventurosa, sono uno scrittore io" o peggio, "Caro Marco, ma ti ho raccontato di quella volta che ... blablabla ... son forte, eh?" "Ehhhh, Donato, ma tu questa cosa ...blablabla... l'hai mai fatta?".
Ecco, l'ho fatto. Non lo volevo fare questo articolo, ma è stato più forte di me. Ho assistito a una non-presentazione dei propri libri e a una citazione continua delle proprie realizzazioni, come se entrambi portassero alla luce la loro opera omnia per dispensare luce sugli astanti, come se i due autori giocassero di ruolo dal vivo, interpretando due piazzisti di se stessi rispettivamente. Tutto questo senza che ci fosse un terzo moderatore, che credo sia il motivo principale per cui mi son trovato di fronte al corrispettivo editoriale di una serata in compagnia di MondialCasa.
La smetto.
Poi domani (leggasi al più presto) vi faccio conoscere Ildefonso Falcones e la sua ultima uscita.
Non me ne voglia nessuno, non credo che i due autori siano dei montati, ma ciò che ho visto non è altro che questo, una reale sboronata in cui solo una cosa ha fatto da assoluta e indiscutibile padrona, l'autoreferenzialità.
A presto e buona lettura.
A presto e buona lettura.
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