Il 22 novembre il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha sollevato
l’argomento dello Ius Soli, stimolando eventuali approfondimenti in tal senso ad opera del Parlamento, che a onor del vero e della logica avrebbero già dovuto essere trattati. Nello stesso pomeriggio nella sala sotterranea della Feltrinelli di Bologna, un giovane giornalista del Corriere fiorentino presentava il suo libro, Sparategli! Nuovi schiavi d'Italia edito da Editori Riuniti. A completare l'incontro il professore e giornalista Mauro Sarti e l'assessore comunale alle Politiche sociali Amelia Frascaroli, portavoce bolognese di un piano freddo, che molto probabilmente creerà accese discussioni, già promesse dai pdellini, visto l'intento di non voler operare distinzioni negli aiuti destinati agli immigrati o più in generale ai senza tetto.
Il titolo, scelto dalla casa editrice per l'evidente forza mediatica, è l'apertura di un libro che non può lasciare indifferenti in questo suo trattare la decisamente complicata relazione tra immigrazione, clandestinità e lavoro. Un problema quotidiano che nelle storie raccontate da Storni, assume tinte decisamente cupe, inaccettabili, disumanizzate. L'intento dell'autore è stato quello di riportare in maniera vivida le indagini svolte da lui stesso sul territorio italiano, costringendo il lettore all'immedesimazione e per conseguenza alla relazione con la propria coscienza di individuo umano, prima che pensante.
L'avvio delle venti storie, parte dai comunicati stampa e dagli articoli pubblicati dall'agenzia Redattore sociale, una vetrina informativa di cui l'autore si è servito per poter arrivare più rapidamente al tessuto agghiacciante da lui poi presentato, un tessuto sul filo di un Terzo mondo invisibile, che apparentemente non sembrerebbe popolare lo Stivale, salvo poi presentarsi in tutta la sua crudezza continuamente, come dimostra la concentrazione posta da Storni nel raccontare la storia dei singoli protagonisti, gli esseri umani che popolano il libro.
L'incontro è stato intervallato, e questo lo considero come unico neo, dall'informale intervista all'assessore Frascaroli, e l'effetto d'allontanamento non tanto dalle tematiche del libro, assolutamente attinenti, quanto dalle modalità l'ho percepito come stridente. Diciamo che il potersi muovere nel contesto del "problema" immigrazione già per la sua stessa naturale ampiezza, pone delle difficoltà a non divagare parlandone come se ci si approcciasse a un "massimo sistema", per cui aggiungere a un tale incontro editoriale, la presenza e l'esperienza di una donna che da sempre è stata attiva nel campo del sociale, ma che nella fattispecie attuale ricopre degli incarichi politici, ha generato non pochi momenti di allontanamento dal fulcro della presentazione, che avrebbe dovuto ruotare strettamente intorno al libro.
La fine è che non c'è una fine, perché pur nella denuncia, resta il problema con tutte le sue contraddizioni legislative, con le colpe di uno smarrimento umano sfociante in razzismo passivo (quando non in peggio) da addebitare allo Stato, alla politica, ai giornali, alla scuola, e di tutto questo il libro ne è profondamente cosciente.
Si auspica il prossimo futuro.
Sperando di non morire di speranza.
A presto e buona lettura.
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