Titolo originale: Brain wawe
Autore:Poul William Anderson
Anno 1953
Edizione: Oscar Mondadori -Urania-
Pagine: 165
"... il novantanove per cento della razza umana farà sempre cose convenienti piuttosto che cose intelligenti, a prescindere dalla sua intelligenza, illudendosi di poter sfuggire alle conseguenze ..."
Quando per la prima volta mi capitò di leggere, ormai parlo di un decennio fa, Anderson, il libro in cui incocciai s'intitolava la "Saga di Hrolf Kraki", una saga fantasy molto simile a quelle tipiche della mitologia nordica, e già allora, pur apprezzando l'idea della sceneggiatura, mal sopportai i contenuti e soprattutto la prosa scelta dall'autore.
A dieci anni di distanza, ho pensato di riprovarci questa volta con un libro di fantascienza e così, quando ho trovato in una di quelle tipiche bancarelle del libro questo titolo, non ho perso tempo. E tutto sommato nemmeno il libro lo ha perso, facendomi capire sin da subito che sarebbe stato un revival.
A dieci anni di distanza, ho pensato di riprovarci questa volta con un libro di fantascienza e così, quando ho trovato in una di quelle tipiche bancarelle del libro questo titolo, non ho perso tempo. E tutto sommato nemmeno il libro lo ha perso, facendomi capire sin da subito che sarebbe stato un revival.
L'idea è galattica.
Immaginate che il Quoziente Intellettivo degli uomini sia strettamente correlato a un gas presente sulla Terra e che i valori di questa sostanza si alterassero a un certo punto mettendo in discussione le, fino ad allora considerate tali, medie intellettive, aumentandole vertiginosamente, e non solo quelle umane, ma anche animali. Ecco, adesso fantasticateci su, come ha fatto l'autore. Il tono cupo, sempre più claustrofobico e catastrofista, senza dubbio ben interpretato da Anderson, cede il passo a un paio di cadute di stile e, se risulta piacevole il seguire la vicenda attraverso i vari personaggi, che ognuno a modo proprio si approcciano a questo nuovo stato di cose, ad esempio la parte psicotica di Sheila è geniale, d'altro canto viene facilmente risolto (forse per evitare di perdersi in troppo complesse dinamiche) il filone socio-politico e anche poco (davvero troppo poco) osservato l'atteggiamento animale nei confronti dell'uomo dopo l'azzeramento delle distanze intellettive. Aggiungendosi a questo una non troppa attenzione alla metrica narrativa, il risultato è un libro anche godibile per certi versi, ma non soddisfacente. Non almeno rispetto alle premesse promesse dal titolo.
Poi, via, da qui a giudicarla una cattiva lettura ce ne passa.
Buona lettura.
Immaginate che il Quoziente Intellettivo degli uomini sia strettamente correlato a un gas presente sulla Terra e che i valori di questa sostanza si alterassero a un certo punto mettendo in discussione le, fino ad allora considerate tali, medie intellettive, aumentandole vertiginosamente, e non solo quelle umane, ma anche animali. Ecco, adesso fantasticateci su, come ha fatto l'autore. Il tono cupo, sempre più claustrofobico e catastrofista, senza dubbio ben interpretato da Anderson, cede il passo a un paio di cadute di stile e, se risulta piacevole il seguire la vicenda attraverso i vari personaggi, che ognuno a modo proprio si approcciano a questo nuovo stato di cose, ad esempio la parte psicotica di Sheila è geniale, d'altro canto viene facilmente risolto (forse per evitare di perdersi in troppo complesse dinamiche) il filone socio-politico e anche poco (davvero troppo poco) osservato l'atteggiamento animale nei confronti dell'uomo dopo l'azzeramento delle distanze intellettive. Aggiungendosi a questo una non troppa attenzione alla metrica narrativa, il risultato è un libro anche godibile per certi versi, ma non soddisfacente. Non almeno rispetto alle premesse promesse dal titolo.
Poi, via, da qui a giudicarla una cattiva lettura ce ne passa.
Buona lettura.
secondo me si tratta di un pessimo romanzo invece. Davvero scialbo e mal scritto. Ho fatto fatica a finirlo per la banalità di certi passaggi. Altro che letteratura.... forse solo se confrontata con le barzellette di Totti ne il libro in questione uscirebbe vincitore.
RispondiEliminaCiao!
EliminaPenso che sia un po' troppo iperbolico come paragone, son altri i libri da paragonare a "Le barzellette di Totti" (tra l'altro, singolare(!), lo citavo l'altro giorno in merito a un articolo letto sul web). In ogni caso Quoziente mille, non è certo il miglior libro della categoria che ho letto, come del resto ho scritto.
A presto e grazie del tuo tempo!
A.