Il modo migliore con cui avrei potuto cominciare a parlare della serata domenicale è senza dubbio raccontando del Critical book & wine. Questo per lo meno sarebbe stato il modo migliore se il mio approccio all'evento bolognese non fosse stato arrivare alle sette del pomeriggio dell'ultimo giorno di CB&W, trovando ben poco delle notevoli quanto numerose attività proposte da giovedì 8 a domenica 11 dai padroni di casa del Teatro Polivalente Occupato (TPO), spazio che non avevo mai visto e che da domenica è subito schizzato tra i preferiti. D'altro canto io ero lì per il concerto serale, checihopureunavitadavivere, infatti il mio obiettivo era vedere dal vivo i 2 Pigeons di cui avevo già ascoltato qualcosa e comprendere se l'impressione che ne avevo avuto, cioè di quanto fossero bravi pur facendo un genere che nonèproprioproprioilmiopreferitoanzi, corrispondesse al vero.
Avevo saputo che la serata sarebbe stata aperta da Matteo Toni ma non lo conoscevo, né avevo mai ascoltato qualcosa di lui. Il suo progetto musicale, suonato sul palco del TPO a piedi nudi e con una lap steel in grembo e che conta alla batteria la pregevolissima conduzione di Giulio Martinelli, si propone a metà tra uno stile cantautorale dal registro ritmico decisamente variabile, fino a brevi passaggi più legati ad influenze new wave (la diapositiva in movimento è della canzone Fluir). L'esibizione ha presentato in parte canzoni presenti nel suo primo EP "Qualcosa nel mio piccolo", quindi alcuni dei brani che vedranno la luce solo tra qualche mese con l'uscita di un nuovo album.
In sette canzoni e non più di mezz'ora i due m'hanno sorpreso eseguendo un tipo di sonorità orecchiabile, piacevole e ben eseguito ed è un peccato che probabilmente per una specie di riverbero acustico nella voce di Matteo (ma non saprei proprio spiegare il problema tecnico in altri termini) ho ascoltato con non poca difficoltà i testi amorosi e non dei brani proposti (ho dovuto attendere il TUTUBO per godermeli davvero, senza però l'euforia che ha pervaso il live). Quando dopo la mistica Bruce contro Karim Abdul Jabbar Matteo e Giulio hanno lasciato il palco, al loro posto con i tecnici, son comparsi circa un "quintale" di fili e prese, questa è l'impressione che mi ha colto all'improvviso osservando la scena.
Poi con il buio è cominciato un momento di fantascienza. Come se fossero due personaggi usciti da un romanzo cyberpunk con tanto di vestito simil-divisa corporativa nera con bande rosse ai bordi e anfibi neri ai piedi, son saliti prendendo posto dietro alle loro: tastiere, synth, kaos pad e loop station, Pigeon One alias Kole Laca e Pigeon Two alias Chiara Castello.
Il progetto dei 2 Pigeons unisce l'elettronica priva di campionatura computerizzata alla musica strumentale, un apparente ossimoro che proprio per il suo essere fuori schema risulta in live ancor più spettacolare.
Infatti la costruzione del pezzo nelle sue singole parti, è un crescendo di voci, strumenti, onomatopee e versi, arricchiti da parti parlate, cambi repentini di ritmo, interruzioni e impressionanti, ripeto impressionanti, linee di basso. Ma la bellezza massima di questa alchimia è fondata sulla sincronia musicale e prima ancora gestuale dei due musicisti.
Hard working space (singolo del loro ultimo disco Retronica) e 9mm parabellum (di cui sopra) sono decisamente i loro pezzi che preferisco, ma nella diretta del live non c'è un loro brano che non funzioni e sono i testi che più fanno il paio con quest'affermazione visti i racconti contenuti in ognuno, un insieme che rende i 2 Pigeons molto interessanti, mostrando, senza riserve, eccezionali capacità musicali e visionarietà artistica.
La mia serata al TPO a concerto finito è stata ben lungi dal terminare, la sensazione di benessere da musica però era già pago.
A presto e buon ascolto.
Ps. Ringrazio i ragazzi de La Fabbrica, per la loro disponibilità!
Pps. Quindi un ringraziamento speciale a Nicoletta "Nika" Antonini per i contributi video, anche questa volta più che necessari.
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