Forse non essenzialmente io, ma io

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Bologna (itinerante), Bo, Italy
Nato a Taranto il 6 maggio nel segno del Toro. Il Giallo del collettivo Shingo Tamai, cialtrone poliedrico, dilettante eclettico, onnivoro relazionale, sempre in cerca di piaceri, di vezzi, di spunti e di guerre perse in partenza. L'idea di comparire in questi termini sulla rete è nata da un brainstorming con un amico, Leonardo Chiantini, qualunque fortuna possa avere il suo primo "quaderno di appunti" virtuale, è a lui che vanno i suoi ringraziamenti.
Benvenuti e buona lettura.
Ps. Aggiungetemi su Facebook e, con lo pseudonimo andrelebrogge, su Twitter

mercoledì 9 novembre 2011

Soundmagazine.it - Laser Geyser - Innerself surgery


Bite me as hard as you can.
Take my legs off now
Laser Geyser - Charcharodan Charcharias

Mettiamo che vi piacciano un po’ le policromie, anzi no, mettiamo che siate affetti dalla Sindrome di Stendhal in presenza delle policromie, l’album attirerà la vostra attenzione già solo con la copertina, una tavolozza con i sette dell’arcobaleno rovesciati a casaccio, che io ci vedo un cosmo, ma credo che sia una mia impressione personale. Tuttavia qualora non foste così facilmente perturbabili, lasciate che vi dia una mano e che vi presenti questo duo bolognese: i Laser Geyser, dietro al cui alias si nascondono JJ e Cangio, componenti degli ex-Laida Bologna Crew, che il 22 novembre, pubblicati dall'etichetta Tannen records, escono con il 7'' Innerself surgery. 
Un singolo, questo, che nelle sonorità è un brindisi al proto-punk e nei testi delle due tracce (Innerself surgery e Silver strawberry for a bullet) una sorta di spaccato nichilista; soprattutto la seconda delle due, quella che non porta il fardello del titolo dell’album e che tratteggia la dedica a Jan Potocki, lo scrittore polacco che limò pazientemente una fragola d’argento con l’obiettivo, raggiunto, di farla diventare un proiettile con cui suicidarsi.

Ma Innerself surgery è solo l’ultima delle fatiche di un progetto musicale che pur razionando moltissimo i dischi e le uscite, suona dal 2005 e ha all’attivo un EP, Ode to primary numbers, un singolo ed uno split-single, tutti dalle qualità eccezionali, seppur appena diversi tra loro nei soggetti dei testi, e che è un peccato non poter trovare anche attraverso canali come Youtube o Vimeo, se non apprezzando le poche versioni presenti dei live e, ma solo in parte, quelle che troverete a disposizione sul loro Myspace.
Una chitarra, una batteria e due voci che attraverso un’energia musicale travolgente e testi surreali e futuristici (quasi da fantascienza uraniana), vi incolleranno alle casse, in un loop che nel mio caso dura da tre settimane, cioè da quando li ho scoperti.
Purtroppo non ho trovato Charcharodan Charcharias (ma lo squalo bianco non era charcharodon?) che secondo me è il loro pezzo più bello, per intenderci quello con i quali due versi ho aperto, ma Throat miners e Innerself surgery son due eccellenti consolazioni!
Occhio al 22 novembre e buon ascolto!

Ps. Ringrazio Valentina e Soundmagazine, per l'opportunità!

1 commento:

  1. Troppo bravi! ho in testa il ritornello di questa canzone ormai da giorni!

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