Titolo originale: Time must have a stop
Autore: Aldous Leonard Huxley
Anno 1947
Edizione: Oscar Mondadori
Pagine: 300
Autore: Aldous Leonard Huxley
Anno 1947
Edizione: Oscar Mondadori
Pagine: 300
"Ma il pensiero è lo schiavo della vita
e la vita è il buffone del tempo,
e il tempo, che abbraccia tutto il mondo,
si deve fermare "
William Shakespeare - Enrico IV
Aldous Huxley, oltre che
essere ricordato per quel distopico libro intitolato Mondo nuovo, per essere stato uno degli insegnanti di Eric Arthur “George Orwell” Blair ed essere
considerato dai più il padre spirituale del movimento hippie, fu un fortunoso e mirabile viaggiatore. E proprio questa
sua passione lo portò tra il 1923 e il 1930 a fermarsi in Italia, paese che, le sue lettere lo lasciano intendere, amava molto.
Comunque a parte le restanti e numerose produzioni, quando scrisse Il Tempo si deve fermare sicuramente molto di quel viaggio in Italia doveva essergli rimasto. Questo almeno è quanto mi è apparso dalla lettura di questa breve, ma tutt’altro che facile opera dell’autore inglese.
Comunque a parte le restanti e numerose produzioni, quando scrisse Il Tempo si deve fermare sicuramente molto di quel viaggio in Italia doveva essergli rimasto. Questo almeno è quanto mi è apparso dalla lettura di questa breve, ma tutt’altro che facile opera dell’autore inglese.
Il libro ambienta l’intera
vicenda, ad eccezione praticamente dell’epilogo, in Toscana durante il periodo fascista (del resto la Firenze di quegli anni
fu una delle tappe del viaggio dell’autore), e
attraverso la narrazione di quell'esperienza vissuta dal giovane e poeticamente dotato Sebastian,
il protagonista, non solo restituisce i colori, le forme e le relazioni della
città del Ponte vecchio, ma soprattutto
il suo piglio artistico.
La scelta del come, è però
ancora più singolare.
Huxley più che calcare il peso della storia sulle descrizioni e sull'ambiente, è sui personaggi nelle loro introspezioni e nei loro
intrecci relazionali, che ferma l’attenzione sua e del lettore. Sono infatti i dialoghi e le prospettive a diventare il vero nucleo del libro, e l’occhio del racconto, senza servirsi dell’escamotage dell’Io narrante, finisce per corrispondere
anche all’occhio del personaggio, tanto che alcune parti
vengono descritte cambiando il punto di vista durante la narrazione
stessa, delineando così uno stesso attimo osservato da due personaggi distinti.
La percezione del reale,
il misticismo filosofico, le arti umane e l’umanità, intesa quest’ultima come
la somma degli scambi relazionali e le velleitarie digressioni delle proprie
meschinità, sono un tutt’uno che, sapientemente miscelato da Huxley, si esprime
spontaneamente per tutta la struttura. I personaggi sono tutto, e Sebastian è
l’espressione per eccellenza di questa quadratura dell’intreccio.
Il Tempo si deve fermare è
un libro degustativo, difficilissimo e niente affatto leggero. Piacerà anche a
molti di voi, ma va da
sé che non di modestia dovrete dotarvi per leggerlo.
Buona lettura.
Mmhh... libro interessante, anche se al momento non mi sento troppo in forma per le letture impegnate..
RispondiEliminaIntanto ti aspetto al varco per il contest di Halloween. Probabilmente i libri non saranno troppo nelle tue corde (neanche nelle mie veramente) ma pretendo la tua partecipazione!
Io ce l'avrei pure in mente la foto, ho solo un problema.
RispondiEliminaDove sono ora, Bologna, ci sono da pochino, cioè un annetto (potrebbe essere un anno proprio oggi) e quei già pochi libri a tema Halloween che possiedo son tutti a Taranto... ^^
Se però riesco a trovare qualcosa, promesso che partecipo!
Ispirandomi al titolo mi piacerebbe fosse: Il tempo Industriale si deve fermare.
RispondiEliminaGiovanni Romagnani