Forse non essenzialmente io, ma io

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Bologna (itinerante), Bo, Italy
Nato a Taranto il 6 maggio nel segno del Toro. Il Giallo del collettivo Shingo Tamai, cialtrone poliedrico, dilettante eclettico, onnivoro relazionale, sempre in cerca di piaceri, di vezzi, di spunti e di guerre perse in partenza. L'idea di comparire in questi termini sulla rete è nata da un brainstorming con un amico, Leonardo Chiantini, qualunque fortuna possa avere il suo primo "quaderno di appunti" virtuale, è a lui che vanno i suoi ringraziamenti.
Benvenuti e buona lettura.
Ps. Aggiungetemi su Facebook e, con lo pseudonimo andrelebrogge, su Twitter

venerdì 15 luglio 2011

Verner live (13 luglio 2011)

Aurora Bernardinello - Verner, Elena Voli (attrice e presentatrice della serata) e Marco Manfredi
"Cos'è cos'è che ti tiene in vita a parte l'aria e la speranza di cambiare"
La Speranza di cambiare

Altro concerto, quello dei Sorry Gilberto, stesso posto, il CostArena, fu allora che sentii parlare di Verner (agli annali Gianandrea Esposito) giovane cantautore campano, bolognese d'adozione; e se ho usato l'espressione "stesso posto" non è a caso, vista la sua esibizione nel fresco giardino del circolo culturale di Azzo Gardino 48, accompagnata dall'attore Marco Manfredi. Un concerto arricchito da intermezzi recitati tratti da I Canti Orfici di Dino Campana.
Non è servito poi molto al musicista per coinvolgere con le sue liriche dense, il pubblico presente: una camicia da psichedelia esheriana, una chitarra acustica e la sua voce delicata e armonica.

L'intreccio al teatro ci attende, dopo un breve inizio musicale, con Batte botte, Manfredi arriva sul palco a piedi nudi e con Verner a due voci incalzano acusticamente servendosi del testo martellante di Campana, cadenzato da cartoline sfogliate e lasciate scivolare al suolo. L'impressione è quella di vita vissuta che scorre come il battere e ribattere della recitazione/canto corale dei due artisti. 


I testi emotivi e magneticamente metrici di Verner sembrano un tutt'uno con il trasporto offerto dalla qualità artistica di Manfredi e a tratti pare che anche il vento si faccia strada assecondando a loro la sua intensità.
La serata è stata, oltre che una loro ennesima joint venture, anche un modo per promuovere in maniera per nulla invadente il primo disco indipendente del cantautore, Il mio vestito, dodici tracce che oscillano tra il pop e il rock passando attraverso un folk melodico e nostalgico.

Un evento singolare, una breve parentesi malinconica sfumata in questa piacevole serata dell'incandescente estate bolognese. La musica di Verner, l'accompagnamento artistico di Manfredi rappresentano uno spettro d'emozioni ampio e dal calore palpabile.
Belle, bellissime, imperdibili.
A presto e buon ascolto!

    
Ps. Tutte le foto sono proprietà di Aurora Bernardinello che potete ammirare qui.
N.b. Niente furbate, se le volete prendere prima chiedetele. Grazie!

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