Il progetto musicale Matteo Malquori nasce nel 2009 e Il gioco analogo, autoproduzione distribuita da Wondermark, è il trionfo di una ricerca atta a miscelare il folk e il blues a una poesia contemporanea malinconica e ricercata alla Tom Waits.
Le dieci tracce di questo disco sono la rappresentazione di altrettante figure umane. Un’umanità dubbiosa, innamorata e, pur nella sua rabbia (per chi ancora ne possiede), spesso ripiegata sulla sua tristezza.
C’è chi piange ciò che è stato e i sogni che ha abbandonato o che l’hanno abbandonato – Una volta da piccolo – o chi piange la donna di un altro che ha potuto amare senza rimpianti solo dopo cinque Bloody Mary – Bloody Mary blues – o ancora c’è chi per fuggire dal posto in cui vive parte soldato per ritornare non come avrebbe voluto – Il mercante di illusioni – o in ultimo chi è sul punto di decidere che cosa fare della propria vita e perché– Sul balcone.
Questo album è un piccolo capolavoro cantautoriale, e chi ascolta non può né celare un sorriso sornione di fronte agli scampoli di umanità che gli vengono dipinti e insieme provare una punta di sottile nostalgia per qualcosa che ha dentro, senza tuttavia riuscirla a definire.
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