Non so se
capita anche a voi di essere attratti prima ancora che dal progetto musicale,
di cui del resto non sempre si sa nulla, dal suo nome. Memories for the unseen, ultimo album anglofono degli italianissimi
Mimes of wine (Laura Loriga, Stefano Michelotti, Luca Guglielmino, Matteo Zucconi,
Riccardo Frisari) più che
essere stato scelto mi ha scelto, un’accoglienza casuale, o diciamo meglio
personale, di richiami che mi ha spinto ad ascoltarlo e assorbirlo
letteralmente a pelle.
Rapisce dalla prima rapidissima traccia Under the lid, grazie alle armonie
avvolgenti della musicalità e del lirismo vocale di Laura Loriga, autrice dei dodici pezzi del disco e centro di questa
paurosamente bella creazione artistica. Paurosamente perché negli acuti della
di lei voce il cuore sussulta e ti lascia poi cullare dalle armonie musicali
che su di lei si costruiscono, che intorno a lei sono intrecciate, come accade
in Charade o in Silver steps. Dodici tracce, dodici storie di cose non dette e di
coraggi ritrovati o tempi ritagliati per dirle, dodici vite in voci che tornano
per riportare il passato al presente e, in questo rimembrare, sembra di essere
parte di un viaggio onirico, di assistere alla danza in immagini di un
proiettore che trasmette brevissimi cortometraggi in bianco e nero dove gli
attori sono muti e le parole sono un racconto, non un dialogo. E’ un lavoro
impressionante, dai contorni accesi ed evanescenti insieme, che mi ha lasciato
di stucco ancor di più proprio per essermici imbattuto casualmente e vi colpirà
con la sua perfezione tecnica, con i suoi testi che sembrano brevi poesie.
Non ho altre parole. Mi è veramente piaciuto. E’
bellissimo.
Buon ascolto.
Ps. Ringrazio Valentina e Soundmagazine per l'opportunità.
Nessun commento:
Posta un commento
Commentate, ché solo nello scambio c'è ricchezza per entrambi.