Forse non essenzialmente io, ma io

La mia foto
Bologna (itinerante), Bo, Italy
Nato a Taranto il 6 maggio nel segno del Toro. Il Giallo del collettivo Shingo Tamai, cialtrone poliedrico, dilettante eclettico, onnivoro relazionale, sempre in cerca di piaceri, di vezzi, di spunti e di guerre perse in partenza. L'idea di comparire in questi termini sulla rete è nata da un brainstorming con un amico, Leonardo Chiantini, qualunque fortuna possa avere il suo primo "quaderno di appunti" virtuale, è a lui che vanno i suoi ringraziamenti.
Benvenuti e buona lettura.
Ps. Aggiungetemi su Facebook e, con lo pseudonimo andrelebrogge, su Twitter

domenica 18 novembre 2012

Soundmagazine.it - Seaside postcards - Hope and faith

Quando è notte e si ascolta un disco, una delle cose migliori che ti può accadere è che il suono abbia un che di ovattato, magari tratteggiato di tinte scure in cui poter navigare come in una nebbia lattiginosa, lentamente.
Avevo lasciato questo gruppo marchigiano in tre e li ho ritrovati in quattro con la voglia di mettere la voce di Krishnamurti come intro e con un assetto musicale cambiato con l’aggiunta di una chitarra. Praticamente, invece, non è cambiata la loro abitudine di stordire con le linee di basso, di costruire testi per lo più brevi e intensi che risuonano ossessivi fino a lasciarti la traccia del loro eco e infine di pubblicare un Ep che duri meno di venti minuti.


Hope and Faith, secondo album della band pesarese registrato al Basement Studio di Manu Magnini, è un lavoro che conferma la maturità già precedentemente mostrata e che pur distanziandosi appena dal suo “genitore”, con maggior vigore traccia una linea musicale da seguire, nella cui pelle incarnare letteralmente il progetto, un post-punk con iniezioni wave. Le prime quattro  tracce del disco, aperte da Jk, perfetta intro strumentale, sembrano quasi un'unica lunga traccia, con la batteria a ritmare insistentemente la distorsione delle chitarre, l’armonizzare del basso, la voce sciamanica di Michele Traglia e arrivano a discostarsi quasi come una frattura, negli stridii, nelle nevrotiche distorsioni e nell’apparizione di una special guests, Laura Casiraghi degli Starcontrol, del quinto brano, Transition, chiusura di un EP che spalanca un secondo mondo, fatto di contaminazioni elettriche più profonde e marcate e di echi più contrastanti, un territorio che forse sarà il prossimo da esplorare.
Per una seconda volta mi son piaciuti e per una seconda volta li maledico per la loro brevità, ma forse è il loro tratto distintivo quello di arrivare, sorprendere e tornare in un produttivo silenzio, fino ai prossimi venti minuti.
Buon ascolto!



Ps. Ringrazio Valentina e Soundmagazine per l'opportunità!

Nessun commento:

Posta un commento

Commentate, ché solo nello scambio c'è ricchezza per entrambi.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...