“…dodici
ombre che attraversano
la metamorfosi della
penombra;
quando luce e buio
s’incontrano
dando vita a
inattesi cambiamenti …”
Oggi mi sono
svegliato con in mente questa parola panopticon, non conoscendo l’esatto
significato, quello per intendersi che superava la traduzione greca “che fa
vedere ogni cosa”, come da mia buona abitudine faccio sempre, sono andato a
cercarlo sulla rete e mi è venuta in soccorso Wikipedia: il Panopticon, nato da
un’idea di Jeremy Bentham, è una costruzione radio centrica all’interno della
quale un solo guardiano può osservare tutti i prigionieri senza che questi
siano in grado di stabilire se sono
osservati o meno e reputando di essere sempre osservati scelgano quindi di mantenersi
sempre disciplinati. Bene, e tutto questo che c’entra direte voi?
Immaginate di potervi mettere al centro della
vostra mente, di osservare da spettatore assoluto quel che vi accade intorno senza
subire alcuna alterazione esterna. Siate solo occhi.
Poi prendete In Penombra, l’ultimo concept album dalla lunghissima gestazione, pubblicato dalla Deambula records, dei Buen ritiro, band pescarese attualmente composta da Mauro Spada (voce e basso), Francesco Politi (chitarra), Loreto Di Giovanni (chitarra) e Carmine Blasioli (batteria), una composizione di sessanta minuti fatta di tre momenti distinti: luce, semioscurità e buio, in ognuno dei quali è tenuta stretta la vicinanza tra disperazione e speranza, tra mutamento delle relazioni umane in base allo scorrer del tempo e la ricerca di ossigeno che possa risolvere le difficoltà, questo esprimendo ogni sensazione con suoni cupi, psichedelici ma anche lunari, tribali, poetici e viscerali. Dodici tracce, di una ben accorta simbiosi tra musica e parola, che quando non con la poesia vi trascineranno in un gorgo di sensazioni con i giochi strumentali, fino alla distorsione finale, quasi ghost-track, di Montagne, ultimo riverbero di un passaggio alla ricerca di nuova consapevolezza.
Poi prendete In Penombra, l’ultimo concept album dalla lunghissima gestazione, pubblicato dalla Deambula records, dei Buen ritiro, band pescarese attualmente composta da Mauro Spada (voce e basso), Francesco Politi (chitarra), Loreto Di Giovanni (chitarra) e Carmine Blasioli (batteria), una composizione di sessanta minuti fatta di tre momenti distinti: luce, semioscurità e buio, in ognuno dei quali è tenuta stretta la vicinanza tra disperazione e speranza, tra mutamento delle relazioni umane in base allo scorrer del tempo e la ricerca di ossigeno che possa risolvere le difficoltà, questo esprimendo ogni sensazione con suoni cupi, psichedelici ma anche lunari, tribali, poetici e viscerali. Dodici tracce, di una ben accorta simbiosi tra musica e parola, che quando non con la poesia vi trascineranno in un gorgo di sensazioni con i giochi strumentali, fino alla distorsione finale, quasi ghost-track, di Montagne, ultimo riverbero di un passaggio alla ricerca di nuova consapevolezza.
Ricordate, voi nell’opera siete il centro, siete
gli invisibili spettatori, a voi tocca la parte difficile quella di osservare
il bianco scolorire nella gamma dei grigi, fino a diventare nero.
Questa volta però non dovete vedere il
cambiamento, ma ascoltarlo, siate orecchie.
Buon
ascolto.
Ps.
Ringrazio Valentina e Soundmagazine per l’opportunità.
Pps.
Ringrazio Marco Campitelli per il disco, che la Deambula attraverso la
distribuzione di Lunatik mi ha spedito graziosamente a casa.
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