"... E la lacrima ci ricorda questo: noi,
più di ogni altra cosa, non siamo forse fatti d'acqua?"
Titolo originale: O Fio das Missangas
Autore: Antònio Emilio Leite Couto
Anno 2011
Edizione: Quarup
Pagine: 125
Autore: Antònio Emilio Leite Couto
Anno 2011
Edizione: Quarup
Pagine: 125
Pare sia destino che io debba cominciare le recensioni
ai libri della Quarup con i ringraziamenti, questa volta non diretti
all'autore, Mia Couto, che mai avevo sentito nominare prima (rapido esempio di
outing editoriale), ma alla casa editrice stessa. Grazie Quarup per la vostra
spedizione, la vostra gentilezza è stata molto più che apprezzata!
Perle è una specialissima
raccolta di racconti che conferma quanto la scelta degli editori italiani di non approcciarsi a un genere
troppo spesso meno considerato, quello dello scritto
breve appunto, non sia legato alla qualità, ma esclusivamente alla vendibilità.
Lo è tanto più perché Couto incanta non solo nel suo dare voce ai perdenti, ma
anche nel suo modo di usare un linguaggio ricco di neologismi parlanti, di
crasi tra parole con il compito di far viaggiare il lettore, creando per lui
nuovi significati o meglio punti di vista indicanti un nuovo significato. Insomma, editori italiani, sponsorizzate di più i racconti, al posto di pubblicare ogni essere umano solo per aver scritto 140 pagine (minime) di fila.
I personaggi, spesso femminili, di questo mondo
cartaceo, sono disperati, pittoreschi, stravaganti a volte soli, tutti in grado
di comunicare la loro interiorità anche se non sempre in modo comprensibile. E
il lettore di tanta grazia, mette al bando la noia, vorrebbe giocare di
rilancio se solo potesse, ma può solo invece accontentarsi di vivere quel breve
spaccato di poche pagine e di farsi trascinare sulla punta del precipizio, non
quello in cui cadere per perdersi, ma quello della commozione, scegliendo se
lasciarla scivolare via in lacrime o più duramente trattenerla in sé. Piccola
perla che in un modo o in un altro resta nella memoria con tutta la sua
salinità e, attraverso la sua istantanea forma scarna, arriva inalterata a
sorprendere.
Vi aspettano ventinove figure umane e vi lascerà di
stucco leggere in ognuna qualcosa che vi appartiene.
Peccato che in una recensione cosi' accurata e puntuale manchi il nome del traduttore...
RispondiEliminaBP
Innanzi tutto tre volte grazie: la prima per esserti soffermato su queste pagine, la seconda per aver commentato, la terza per gli apprezzamenti lusinghieri e la curiosità espressa.
RispondiEliminaDetto questo, pur non volendo declassare la vitale importanza dei traduttori, senza i quali molti dei libri qui recensiti non troverebbero nemmeno spazio vista la mia eccellente padronanza solo della lingua italiana, non posto mai i nomi dei traduttori, sarebbe come postare il nome degli addetti ai lavori (editor, stamperia ecc. ecc.), come recensire un film e mettere il nome dei doppiatori del film o il nome del traduttore del doppiaggio, ma soprattutto sarebbe come mentire perché sottolinerei una cosa di cui non mi curo affatto.
Potrò in ogni caso rispondere (o almeno spero) alla tua curiosità non appena avrò nuovamente il libro tra le mani.
A presto e buona lettura!
A.
... e chiedo venia se in quel B.P. Non ho letto Bruno Persico traduttore del sopracitato libro.
RispondiEliminaA presto.
A.