Forse non essenzialmente io, ma io

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Nato a Taranto il 6 maggio nel segno del Toro. Il Giallo del collettivo Shingo Tamai, cialtrone poliedrico, dilettante eclettico, onnivoro relazionale, sempre in cerca di piaceri, di vezzi, di spunti e di guerre perse in partenza. L'idea di comparire in questi termini sulla rete è nata da un brainstorming con un amico, Leonardo Chiantini, qualunque fortuna possa avere il suo primo "quaderno di appunti" virtuale, è a lui che vanno i suoi ringraziamenti.
Benvenuti e buona lettura.
Ps. Aggiungetemi su Facebook e, con lo pseudonimo andrelebrogge, su Twitter

martedì 28 giugno 2011

Soundmagazine.it - One dimensional man - Better man

"La mente dell'uomo
aperta a un'idea nuova
non torna mai alle sue
dimensioni originali"
Sir Oliver Wendel Holmes

Un inquietante cuore fa da copertina a questo improvviso, ma non per questo meno atteso, fulmine di inizio estate. 
A poco meno di un anno di distanza dall'uscita di The box, la raccolta comprendente i primi quattro dischi, arriva in cd Better man degli One dimensional man, distribuito da La Tempesta/Universal (dal 5 luglio disponibile anche in vinile, sotto l'etichetta Tannen Records), che battezza l’allontanamento dalle sonorità dei dischi passati e che si avvale dei testi del pittore e poeta australiano Rossmore James Campbell e della collaborazione di artisti nazionali e internazionali come: Eugene Robinson degli Oxbow, Rodrigo D'Erasmo degli Afterhours ed Enrico Gabrielli dei Calibro 35, per citare alcuni dei “complici” di questo gruppo sempre in evoluzione.

La formazione di questo disco prevede un ritorno, quello di Giulio Ragno Favero, mai realmente distanziatosi dal progetto musicale, e un nuovo ingresso alla batteria (già battezzato nel 2010) Luca Bottigliero, come sempre accompagnati dalla voce imperiosa di Pierpaolo Capovilla. Il prodotto finale di questo trio e di tutte le sue correlazioni artistiche, è qualcosa di portentoso. E se è vero che c'è una certa distanza tra questo e gli altri precedenti dischi, non è certo per sottolineare uno stato di sudditanza inesistente con il passato. Quel che si percepisce invece è una ricerca più compiuta non solo nelle miscelazioni (soprattutto elettroniche) musicali, ma anche nell'ampiezza emotiva dei testi, senza dubbio arricchiti dalla penna di un autore australiano di cui non avevo, a torto, mai sentito parlare. 

A better man, che è anche il titolo della traccia di apertura, è caratterizzato da un cambio continuo di registri musicali, mai in dissonanza, ma sempre in qualche modo coerenti e consequenziali, undici brani (inclusa la cover Face on breast di Scott Walker, dall’album "Tilt") che raccontano un nuovo mondo di una band di cui si sentiva la mancanza. 
Il disco ha bisogno di due ascolti. Al secondo c'è l'orgasmo.
Buon ascolto! 

Ps. Ringraziare Valentina e Soundmagazine, per l'onore concessomi di questa recensione, va al di là di qualunque parola!

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