Il secondo lavoro dei The Jackie-O’s Farm, Sandland, "etichettato" dalla Tannen Records a distanza di un anno dal debutto "Hard Times for Blonde Surfers!", non è soltanto un disco dall'anima pop, ma una vera e propria contaminazione musicale passante per il pop britannico, il country, il funky e il rock, estremamente orecchiabile. I giri di chitarra della band livornese, infatti, incoraggeranno i vostri entusiasmi con le loro trovate musicali, i loro testi e la loro melodia, dall'apertura esplosiva di Coffee and cover, fino alla lunghissima, malinconica, parte strumentale di The Unknown.
Sandland, grazie anche all'intervento in fase di produzione artistica di Alessandro Sportelli e il mastering di Nicola Fantozzi, delinea un album non solo più accattivante, rispetto al primo, ma anche, anzi soprattutto, più preciso nel delineare il carattere di una band assolutamente capace dal punto di vista artistico.
Sandland, grazie anche all'intervento in fase di produzione artistica di Alessandro Sportelli e il mastering di Nicola Fantozzi, delinea un album non solo più accattivante, rispetto al primo, ma anche, anzi soprattutto, più preciso nel delineare il carattere di una band assolutamente capace dal punto di vista artistico.
Tuttavia, mi trovo costretto a separare il mio giudizio dalla mia visione critica, cosa che devo ammettere non mi accade spessissimo. Difatti, benché non abbia, né trovi nulla in particolare da obiettare ai Jackies, l'album non mi ha colpito. Ne vedo la bravura musicale, ma questo tipo di pop così orecchiabile e così già ascoltato è qualcosa che non riesce più ad arrivarmi, né a convincermi.
Non sto suggerendo di non comprare il loro album, bensì di chiederne un assaggio prima, forse ad un orecchio meno stuccato del mio, la loro qualità artistica apparirà con la giusta brillantezza.
Buon ascolto.
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