Fino
a questa mattina non sapevo nemmeno chi fosse - e chissà per quanto
tempo ancora, senza quel disturbo temporale rappresentato da Facebook,
ne avrei ignorato l'esistenza - e già adesso mentre la notte
spadroneggia potrei canticchiare con i testi davanti ognuna delle undici
tracce del disco.
Charles Bradley, fa passare due anni dal suo primo lavoro, Not time for dreaming,
e spara su questi tempi malandati un disco di quelli che ti fanno
venire i lacrimoni mentre ti scorrono davanti agli occhi i volti di
tutte le grandi voci maschili del soul o per i più fortunati una qualche
migliaia di notti d'amore. Victim of love, non è un disco di quelli che nessuno ha mai prodotto, il ritmo, le armonie suonate dalla Menahan street band,
son tutti degli spasmodici richiami, l'eco di parole, ritmi e armonie
di anni che noi esseri umani dei tempi del click compulsivo possiamo al
meglio rimembrare, eppure arriva addosso come un treno e, merito senza
dubbio di una voce come quella di Bradley, travolge al primo ascolto,
caricandosi a tratti di una sensualità crescente - Let love stand up -, a tratti di un funky coinvolgente - Love bug blues -.
La voce di quest'uomo di sessant'anni - sessantaquattro per la precisione -, soprannominato The screaming eagle of soul,
rude al punto da sembrare sfrigolante, dotata di un acuto che per tutto
il disco arriva in purezza innalzato da tutta la sua tensione armonica,
si apre con un pezzo, Stricltly reserved for you, che sembra
provenire dagli anni '50/60 ed è come un miracolo, un incanto di
bellezza destinato a diventare, anzi appare come se già lo fosse, un
grande classico. Ed è su questa linea che in meno di quaranta minuti,
segnati da una pausa strumentale che non mi ha particolarmente convinto -
Dusty blue -, scorre un disco semplice, senza particolari invenzioni - anche se Confusion,
con quel groove miscelato all'elettronica distorta del theremin
potrebbe farmi rimangiare qualche parola - e innovazioni, diventa
espressione della passione per il soul, una specie di missione che
sembra quasi aver lo scopo di far innamorare di quegli anni il presente o
spingere per un ritorno a tornare ad amare nello stesso modo di allora.
Almeno nella musica.
Buon ascolto!
Ps. Ringrazio Valentina e Soundmagazine per l'opportunità!
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