Forse non essenzialmente io, ma io

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Nato a Taranto il 6 maggio nel segno del Toro. Il Giallo del collettivo Shingo Tamai, cialtrone poliedrico, dilettante eclettico, onnivoro relazionale, sempre in cerca di piaceri, di vezzi, di spunti e di guerre perse in partenza. L'idea di comparire in questi termini sulla rete è nata da un brainstorming con un amico, Leonardo Chiantini, qualunque fortuna possa avere il suo primo "quaderno di appunti" virtuale, è a lui che vanno i suoi ringraziamenti.
Benvenuti e buona lettura.
Ps. Aggiungetemi su Facebook e, con lo pseudonimo andrelebrogge, su Twitter

lunedì 27 maggio 2013

Daniele Bergonzi & Andrea Giovannucci - Defcon X

Titolo originale:
Autori: Daniele Bergonzi & Andrea Giovannucci
Anno 2009
Edizione: La Mongolfiera Editrice
Pagine: 101

"- Che vuol dire un'impressione?
- Una cosa che sembra in un
 modo e invece è in un altro."

Defcon, è la sigla che descrive per le forze armate degli Stati Uniti d'America lo stato di allarme, traducendo in termini umani, un'esplicazione del disagio interiore crescente. X indecifrabile.

Sono le coincidenze e le incomprensioni, più che le volontà, a innescare le vicende. Questa miccia, per esempio, è accesa da un uomo che in pieno delirio emotivo ne investe un altro riconoscendo in lui Bin Laden e il dramma diventa farsa, quando il giudice in risposta alla prognosi del malcapitato somigliante, "punisce" il colpevole dandogli tre mesi con la condizionale e obbligandolo a cinquecento (500) euro di risarcimento danni. Ma, la miccia in questione, si compone anche di un funerale, di un Natale e poi un capodanno prossimi e da festeggiare, del ritrovamento di un orologio, della solitudine umana, dei ricordi che non si dovrebbero mai dimenticare, di uno psicologo criminale e di un ex paziente.

Ed è in questo turbinio che si finisce per entrare a piombo nel mare di pece dell'ossessione, perché l'ossessione non annega solo il protagonista, ma tutti i personaggi: l'amico che lo vuole "salvare" standogli vicino, l'ex moglie con la sua sola preoccupazione per la materialità, infine passivamente, perché solo raccontata, il disturbato paziente di cui sopra.
Leggendo il libro verrebbe da dire che se ogni essere umano è un apparato complesso mescolato alla paura, l'orologio è un ammenicolo ripieno d'ossessione, del resto cosa c'è di più ossessivo del misurare il tempo che scorre? 
Buona lettura!


Ps. Se non fosse già indicato sulla copertina, ogni parola, il ritmo, ogni più breve scambio ha il sapore del teatro, se siete a Bologna sabato 8 giugno, passate da qui.

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