“Suona
come un manuale di terrorismo domestico.
Suona come un manuale con un errore di stampa.
Suona come un manuale con un errore…”
Action Dead Mouse - Ginocchia
Suona come un manuale con un errore di stampa.
Suona come un manuale con un errore…”
Action Dead Mouse - Ginocchia
Una lampadina rossa appesa a un filo, che poi ritornerà come domanda nell’ultimo brano – E’ una lampadina rossa? - e un titolo - Perché questa casa ci esplode negli occhi? - inserito ossessivamente in ognuno dei quattro testi come un pezzo di puzzle neutro eppure nato già completo e autosufficiente, sono l’anello di congiunzione tra la copertina del loro primo Ep in italiano e questa brevissima, nuovissima, realizzazione degli Action Dead Mouse, prodotta da Roba Triste.
Meno di trenta minuti, aperti dai quattro colpi di bacchetta di Ginocchia, che sembrano voler raccontare un confronto tra due mondi in collisione e collasso, un storia in quattro tempi, di otto vite diverse che sembrano tutte chiedersi come sono arrivate a darsi del tu per poi ritrovarsi in quel punto. Quattro frammenti, ma una sola storia, che infatti è tracciata da un unico lungo motivo musicale fatto di distorsioni e controtempi e linee di basso dense come piacciono a me, che cambia di livelli e di armonie, ma che ritorna a spirale sulle sue invenzioni e rincorre e incalza e arriva dentro alle parole fino a riempirsi del respiro della voce del cantante.
Perché questa casa ci esplode negli occhi? è uno di quegli album che dopo aver ascoltato lasciano qualcosa di interrotto, di incompiuto esattamente come una casa che esplode e nel suo scattare la foto alla realtà circostante non brucia tutto quel che contiene. O forse, più propriamente, come fogli con sopra scritte le parole importanti di una storia fatta di noi, girate, in modo da vederne solo il retro, e mescolate, in modo che nel voltarne una a testa si confondano i capi d’accusa.
Buon ascolto!
Perché questa casa ci esplode negli occhi? è uno di quegli album che dopo aver ascoltato lasciano qualcosa di interrotto, di incompiuto esattamente come una casa che esplode e nel suo scattare la foto alla realtà circostante non brucia tutto quel che contiene. O forse, più propriamente, come fogli con sopra scritte le parole importanti di una storia fatta di noi, girate, in modo da vederne solo il retro, e mescolate, in modo che nel voltarne una a testa si confondano i capi d’accusa.
Buon ascolto!
Ps. Ringrazio Valentina e Soundmagazine per l'opportunità!
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