Autore: Daphne du Maurier
Anno 1996
Edizione: Sellerio editore Palermo
Pagine: 119
Il titolo del libro in questione, appartiene (non a caso, dato che ne rappresenta il diretto ispiratore) ad uno di quelli che restano nei miei ricordi cinematografici, prima che librari: Gli Uccelli di Alfred Hitchcock, semplicemente sensazionale.
Questa edizione della Sellerio si struttura in due racconti apparentemente differenti tra loro: Le lenti azzurre e Gli uccelli.
Nel primo romanzo, la protagonista, a causa di un'operazione oculistica, cessa di vedere il naturale volto delle persone, sostituendolo con il volto dell'animale che ne caratterizza la personale essenza.
Nel secondo romanzo, invece, per motivi del tutto imprecisati, "E' come se col vento di Levante fossero impazziti" suggerisce il protagonista, sono gli animali stessi a sovvertire le regole naturali di convivenza tra esseri umani e animali.
Questo in effetti è quanto avrebbe potuto dire chiunque, in una qualsiasi recensione giornalistica.
I due racconti sono legati da un filo, peraltro molto spesso, da una particolare accordanza; l'autrice, infatti, nel sovvertire le regole naturali a cui siamo abituati, osserva e ci mostra quel che secondo lei accadrebbe. Credo che l'angoscia e la tensione emotiva siano le caratteristiche più forti in cui il lettore viene proiettato e sta proprio qui, a mio parere, la bellezza di questi racconti, più che nella trama in sé (anche se entrambe le idee, non sono niente male).
In ultima analisi, aggiungo che i finali non sono necessariamente scontati, mi soffermo però sul secondo racconto (Gli Uccelli) che è l'unico su cui ho possibilità reali di raffronto.
Nel film hitchcockiano le speranze sembrano esistere, i personaggi principali salgono a bordo della macchina e si allontano circondati dagli uccelli lungo tutta la strada. Nel suo racconto la du Maurier appare un pò più realistica e, in questa sovversione naturale, la speranza, sembra piuttosto spegnersi con l'ultimo lapillo incandescente della sigaretta.
Buona lettura.
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