Autore: Leonardo Sciascia
Anno 1988
Edizione: Gli Adelphi
Pagine: 151
Nel leggere Sciascia, e senza dubbio questo romanzo breve (molto breve) ne è l'emblema, si ha sempre a che fare con un qualcosa di impalpabile, di indefinito ma incontrovertibile, ineluttabile e predeterminato.
Questo qualcosa è arricchito dall'immutata, tacita, consapevolezza che le leggi del sud sono crudeli e quanto più l'agire dell'individuo è scrupoloso, genuino, mosso da qualche virtù, tanto più loro sono stringenti nel cappio che vengono a formare intorno al suo collo.
"A ciascuno il suo" è un giallo "a perdere", cioè pur inserendosi all'interno di questo genere se ne dissocia dai suoi criteri standard. Infatti il protagonista nello scontrarsi con il criminale, si scontra (o si incontra) anche con il suo stesso fato ed il finale della storia, non è un finale, ma lo scorrere quotidiano della vita.
Buona lettura.
Questo qualcosa è arricchito dall'immutata, tacita, consapevolezza che le leggi del sud sono crudeli e quanto più l'agire dell'individuo è scrupoloso, genuino, mosso da qualche virtù, tanto più loro sono stringenti nel cappio che vengono a formare intorno al suo collo.
"A ciascuno il suo" è un giallo "a perdere", cioè pur inserendosi all'interno di questo genere se ne dissocia dai suoi criteri standard. Infatti il protagonista nello scontrarsi con il criminale, si scontra (o si incontra) anche con il suo stesso fato ed il finale della storia, non è un finale, ma lo scorrere quotidiano della vita.
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