Autore: Niccolò Ammaniti
Anno 2001
Edizione: Einaudi Stile libero
Pagine: 219
Spesso quando mi trovo di fronte a scrittori blasonati dai media o a penne raccontate come incredibili dal pubblico di massa, il mio scetticismo (sempre allarmato dal binomio testè citato) rende il mio occhio più clinico, la mia mente più "aprioristicamente" confutante. Tutto sommato ammetto che questa fu l'impressione iniziale nei confronti di Ammaniti e verso le sue brevi armoniose opere.
Contrariamente a ciò che pensavo, invece, "Io non ho paura si è rivelato un libro dalle caratteristiche straordinarie, particolarmente per la prospettiva su cui tutta la struttura del testo si poggia. Quella degli occhi di un bambino che si relazionano ad una natura circostante tutta adulta, o precocemente adulta, com'è quella del sud.
Questo libro parla dell'estate, di un luogo imprecisato, in un posto imprecisato. E' la storia di un bambino e del mondo visto con i suoi occhi, che vedono il significato senza ricercarne il significante. E' il racconto di una stretta amicizia tra bambini che si sostanzia, ad un certo punto del libro, in quel "... io e te siamo uguali". Un messaggio profondo, questo, rivolto non solo ai bambini, che fin troppo spesso stanno dimenticando di essere bambini, ma a tutti gli adulti, che un tempo bambini, hanno dimenticato crescendo il significato della parola uguale.
Questo libro è la corsa di un bambino in una torrida estate del sud Italia, un nuovo salto verso un altrove, che in queste pagine appare di minore importanza rispetto alla corsa stessa.
Contrariamente a ciò che pensavo, invece, "Io non ho paura si è rivelato un libro dalle caratteristiche straordinarie, particolarmente per la prospettiva su cui tutta la struttura del testo si poggia. Quella degli occhi di un bambino che si relazionano ad una natura circostante tutta adulta, o precocemente adulta, com'è quella del sud.
Questo libro parla dell'estate, di un luogo imprecisato, in un posto imprecisato. E' la storia di un bambino e del mondo visto con i suoi occhi, che vedono il significato senza ricercarne il significante. E' il racconto di una stretta amicizia tra bambini che si sostanzia, ad un certo punto del libro, in quel "... io e te siamo uguali". Un messaggio profondo, questo, rivolto non solo ai bambini, che fin troppo spesso stanno dimenticando di essere bambini, ma a tutti gli adulti, che un tempo bambini, hanno dimenticato crescendo il significato della parola uguale.
Questo libro è la corsa di un bambino in una torrida estate del sud Italia, un nuovo salto verso un altrove, che in queste pagine appare di minore importanza rispetto alla corsa stessa.
Buona lettura.
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