Autore: Robert Luis Stevenson
Anno 1991
Edizione: I Classici Universale Economica Feltrinelli
Pagine: 111
E' un peccato non aver trovato alcuna copertina della Feltrinelli, adattabile all'occasione...
Prima di leggerlo, quando pensavo a questo libro, lo immaginavo truculento, per stomaci forti, più fantascientifico. Non è esattamente così, la forza delle parole espresse non è nel suo modo splatter di presentarsi, ma nel suo toccare dentro, nel mostrare come, la normalità, nel suo esistere, è un filo sottile.
E questo, non solo perché noi tutti possediamo un alter ego, perverso, violento, più conformemente animalesco, ma perché c'è solo una porta a separare le nostre due vite, aperta la quale, è sempre più difficile prima il chiuderla, poi persino il non oltrepassarla.
Credo che sia difficile uccidere un uomo, ma credo anche che tra ucciderne, ad esempio, quindici e ucciderne foss'anche cento, consapevolmente, l'unica differenza sarà la naturalità dell'atto nel suo mostrarsi alla nostra psiche di omicida. La quale, via via apparirà ai nostri occhi prima sconvolgente, depravata ed emozionante, poi sempre più metodica, algida e usuale.
I gesti che rappresentano la normalità, sono parte di quel filo da lei composto, oltrepassato il quale, arduo, se non impossibile sarà il ritorno.
Siamo tutti Jekyll, con la paura dei possibili Hide che in noi imprigioniamo.
Buona lettura.
Prima di leggerlo, quando pensavo a questo libro, lo immaginavo truculento, per stomaci forti, più fantascientifico. Non è esattamente così, la forza delle parole espresse non è nel suo modo splatter di presentarsi, ma nel suo toccare dentro, nel mostrare come, la normalità, nel suo esistere, è un filo sottile.
E questo, non solo perché noi tutti possediamo un alter ego, perverso, violento, più conformemente animalesco, ma perché c'è solo una porta a separare le nostre due vite, aperta la quale, è sempre più difficile prima il chiuderla, poi persino il non oltrepassarla.
Credo che sia difficile uccidere un uomo, ma credo anche che tra ucciderne, ad esempio, quindici e ucciderne foss'anche cento, consapevolmente, l'unica differenza sarà la naturalità dell'atto nel suo mostrarsi alla nostra psiche di omicida. La quale, via via apparirà ai nostri occhi prima sconvolgente, depravata ed emozionante, poi sempre più metodica, algida e usuale.
I gesti che rappresentano la normalità, sono parte di quel filo da lei composto, oltrepassato il quale, arduo, se non impossibile sarà il ritorno.
Siamo tutti Jekyll, con la paura dei possibili Hide che in noi imprigioniamo.
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