Forse non essenzialmente io, ma io

La mia foto
Bologna (itinerante), Bo, Italy
Nato a Taranto il 6 maggio nel segno del Toro. Il Giallo del collettivo Shingo Tamai, cialtrone poliedrico, dilettante eclettico, onnivoro relazionale, sempre in cerca di piaceri, di vezzi, di spunti e di guerre perse in partenza. L'idea di comparire in questi termini sulla rete è nata da un brainstorming con un amico, Leonardo Chiantini, qualunque fortuna possa avere il suo primo "quaderno di appunti" virtuale, è a lui che vanno i suoi ringraziamenti.
Benvenuti e buona lettura.
Ps. Aggiungetemi su Facebook e, con lo pseudonimo andrelebrogge, su Twitter
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martedì 6 marzo 2018

Il Freddo

Ci prese tutti senza distinzione, uno a uno
rovinosamente, come accade spesso.
Inizialmente "sarà l'inverno", pensò qualcuno,
"quel vento dal nord instilla un fare sì sommesso",
ma già in Primavera, fu a tutti manifesto
che il freddo non si sarebbe tolto coi cappotti,
che non sarebbe passato tanto presto.

Alcuni furono presi coi cazzotti
lasciati con volti lividi, le bocche infrante,
finché non dissero "sì" a forza di botte.
Nel letto fu colto qualche benpensante,
giurò che fosse colpa della notte
ma sapeva bene di quanto fosse stato noncurante
di quanto tempo fosse trascorso dall'ultime lotte,
di quanto la libreria fosse più piena dei suoi occhi.

Ma i più, si ritrovarono già in piazza,
gli adulti a sventolar bandiere e i bimbi con in testa i fiocchi
urlavano insieme: "Vaffanculo a tutti!", "Viva la Razza!"
i più sosfisticati, dopo l'inno, "Viva la Nazione!".
Non c'era più ragione, sembrava non bastasse che l'istinto
di essere nel giusto, nel sentire il Capo che dal balcone
gridava: "Oggi è un nuovo inizio, abbiamo vinto".

Nel pieno della nostra indifferenza ci entrò nell'ossa piano piano,
che così ti prende il freddo quando siedi,
e perdemmo tutto, subendo la prepotenza della mano,
a causa del nostro non esser stati in piedi.

venerdì 4 novembre 2016

All'improvviso

Fotografia di Nadia Quaranta
Non mi chieder di descriver la passione
le parole sono convenzioni
e ricalcano i limiti
demarcano frontiere
e risolvono

l'irrisolvibile bisogno 
di comunicarsi al mondo.

Eppure la carne sa ogni cosa
e gli occhi la riconoscono
e i corpi si scoprono impulsivi.
Come un bacio improvviso di amanti
che in strada si vedono soli
nel tutto.

martedì 9 giugno 2015

Come un quadro

Think different
Dipinsi il mio corpo
per il piacere del colore
e non per il tuo sguardo,
né solo per la forza del ricordo.
Volevo addosso la vita della tempera,
sentirmi tela e insieme tavolozza
nell'alba della luce come al buio.
 

E se il tuo occhio mi vuol sempre vestita
ed il tuo mondo è un monocromo vigliacco
da nuda voglio esser chi son io.














model: Riae Suicide 
photo: Michele Maglio 
info: micmagliophoto@gmail.com
camera: Fujifilm XT1 and Fujinon 56mm 

martedì 23 dicembre 2014

Pecore e Lupi - Ovvero la vera storia di Cappuccetto Rosso.

C’era una volta la piccola Cappuccetto rosso
che correndo verso casa della nonna a più non posso
dovea attraversar una selva oscura
che a chiunque nel percorrerla avrebbe fatto paura ...

Tutte le storie, come le conosciamo oggi, hanno origini in altre storie, in altre parole e la vera bellezza di queste origini è nel creare un immaginario immortale da cui poter attingere come se il quotidiano fosse da allora, fino a oggi, ancora immutato. 
L'ispirazione della nostra Pecore e lupi, rivisitazione in versi della fiaba di Cappuccetto Rosso, è quella scritta da Charles Perrault nei Racconti di Mamma Oca del 1697, ché a noi la Provvidenza non piace e nella fiaba originaria nessuno l'aveva prevista.

Non so se con questo piccolo prodotto creativo, partorito durante i miei anni milanesi e poi perfezionato anche con le illustrazioni e le musiche di mani sapienti e di amici caratterizzati da un'umanità strepitosa e da un'incredibile bravura, siamo riusciti in questo ossequio nei confronti di una storia immortale come quella dell'autore francese, ma potrebbe bastare un vostro sorriso e un vostro pensiero, anche fugace, a un'infanzia mai veramente abbandonata, per restituirci ogni minuto di divertimento trascorso nel realizzarlo. 
E, credetemi, c'è voluto davvero molto molto tempo per arrivare anche solo fin qui.

Io, Andrea De Bernardi e gli Etnia Supersantos vi auguriamo un buon Natale, questo è il nostro regalo per voi.
Buona visione e ricordate due cose: portate con voi sempre un asciugamano [cit.] e... se non avete testa, abbiate gambe!
Andrea Broggi



Pecore e Lupi
Testo e voce narrante
Andrea Broggi

Illustrazioni 
Andrea De Bernardi

Musiche ed effetti 
Etnia Supersantos

Ps. Si ringrazia il Centro Scalo Records di Bologna per le registrazioni e la sopportazione della nostra presenza! 

martedì 24 settembre 2013

Frivolezza del giorno

Icaro.

Poesia ermetica.
Soli d'ale.

Chiunque ne fosse autore ha la mia estasi. Io l'ho trovata qui
  

sabato 23 febbraio 2013

Frivolezza del giorno - Monorima in oni. A rimar con Berlusconi


Ho letto in strada su alcuni cartelloni
“Vota Berlusconi, voti soluzioni”.
E’ strano ritrovar queste affissioni,
sì ovvie da sprecar luce ai lampioni.
Ché mica è vero, come dicon gli infamoni,
che ha corrotto giudici e opinioni,
che ha protetto Mangano, omaggiato simili campioni,
che grazie al suo potere, e non all'erezioni,
ha umiliato le donne, peggiore tra i papponi.

La colpa non è sua, cari bricconi,
son gli altri, i politici, i veri puzzoni,
quei quattro comunisti gli straccioni
che da bravi ladri rubano i milioni.
Suvvia, vi chiede il vostro voto all’elezioni
poi toglierà via l’IMU, siate buoni,
sarà sensibile anche alla causa dei ricchioni
darà le case ai giovani, ai vecchi le pensioni.
Pensateci, non bastano vent’anni alle ragioni,
figuriamoci alle sue, vittime di persecuzioni.
O forse abbiam vissuto di finzioni
e siamo noi i colpevoli, gli unici coglioni.

venerdì 11 gennaio 2013

Frivolezza del giorno - Monorima in anza. Ovvero: Una personale rimostranza

Se la sapessi fuori dall'Italia, a conveniente distanza,
sdraiato sull'amaca col vento sulla panza
nessun male possibile sarebbe mai abbastanza:
non basterebbe avvelenar ogni sua pietanza,
 né che sui suoi beni incombesse la finanza,
oppure la genia le morisse tutta a oltranza,
sarei comunque enfio della mia intolleranza.

Invece son qui al buio della mia stanza
ed il saperla in giro con quella sua ignoranza
a fomentar nel cuore d'ogni gonzo la speranza,
e a farlo senza alcuna riluttanza,
mi fa salir su il matto, cieco mi sopravanza.
E tutto questo insieme, questa ... fragranza,
il solo pensiero ch'una qualsivoglia minoranza
le possa tributare una pur minima importanza,
mi costringe, Cavaliere, alla temperanza
del sopportarlo vivo e in latitanza,
piuttosto che ogni dì subir la vicinanza!

lunedì 29 ottobre 2012

D cempion ta ta ta ta. Ovvero: Altri mondi.

Nicola asseconda con partecipazione la mia demenza
E' inutile che state qui a chiedermi: "che significa quel titolo?", tanto lo sappiamo tutti che guardate la televisione da troppo tempo per non riconoscere la musichicchia più spocchiosa e jinglesca dell'universo calcio.
Siccome è bello essere belli [cit. anonima] oggi, nel mio viaggio in quel di Milano, sono andato a prendermi il premio che il diritto divino, ma soprattutto dei ragazzi di Roll over Beethoven, mi ha concesso.

Voglio che sappiate che quando sono entrato ho detto: "Sono il vincitore" e sono certo che sia stata questa spontenaea presenza di spirito a convincere definitivamente Nicola (di cui abbiamo una diapositiva), del fatto che da lì non me ne sarei potuto andar via a mani vuote, e non, come diranno tutti quei malfidati tra voi, l'aver mostrato la mia carta di identità, che tra l'altro ormai condivide con il sottoscritto giusto i dati anagrafici (vi posterei anche la foto del documento, ma non ho lo scanner).

Ringraziando quindi quelli che hanno fatto si che potessi portarmi a casa almeno un disco, posto la ragione della mia vittoria.

martedì 23 ottobre 2012

Frivolezza del giorno - in Usi. Ovvero: Per tutti noi che siamo così "choosy"

Il dì che Elsa parlò ai giovani delusi
gli disse: "Ehi ragazzi, non siate così choosy",
scatenando in un lungo e in largo pareri diffusi.

Cara Ministro, ogni giorno in più per noi illusi
di creder che dal posto di lavoro non si sia esclusi,
fa sì che a voi non vengan rotti i musi
o per senil demenza non siate rinchiusi,
ma sì, lo sa anche lei, non ci ha confusi!

Le dò un consiglio, però, perché saremo ottusi,
ma a continuar con tutti questi abusi
ed a piegar le teste coi soprusi,
si rischia di non poter più dire: "scusi".

giovedì 26 aprile 2012

Andy Violet - Il leghista omosessuale


Questa per me è l'unica famiglia:
Uomo e donna, seguendo la natura
La madre, il padre, un figlio ed una figlia
Come tramanda la nostra cultura.


Ora l'Unione Europea ci striglia
E chiede sia famiglia anche l'impura
Coppia di chi nel culo se lo piglia
E d'adeguarvi la legislatura.


Mi oppongo! Farò muro contro muro!
Un simile disegno no! Lo boccio!
Se ognuno fosse gay, quale futuro?


Eppure, quando salgo sul carroccio,
Con tutti i militanti che l'han duro,
Lo ammetto: pure io tento qualche approccio. 

Ps. Di lui avevo parlato già su queste pagine (precisamente qui), voi però potete trovare questo piacevolissimo poeta contemporaneo su queste pagine. Abbiatene cura.

venerdì 30 marzo 2012

Frivolezza del giorno - in Ore. Ovvero: De itaglianza musicOre


A te che scrivi musica d'autore,
a te che hai nella voce quel fervore
che quando l'usi in canto tutto muore,
proprio tu sei il mio interlocutore,
il soggetto che muove il mio livore.
E perché sia chiaro il tipo di furore,
sappi che non è invidia, ma rancore.

domenica 1 gennaio 2012

Fosco Maraini - Il lonfo


Il Lonfo non vaterca né gluisce
e molto raramente barigatta,
ma quando soffia il bego a bisce bisce
sdilenca un poco e gnagio s'archipatta.

E' frusco il Lonfo! E' pieno di lupigna.
Arrafferia malversa e sofolenta!
Se cionfi ti sbiduglia e ti arrupigna
se lugri ti botalla e ti criventa.

Eppure il vecchio Lonfo ammargelluto
che bete e zugghia e fonca nei trombazzi
fa lègica busìa, fa gisbuto;
e quasi quasi in segno di sberdazzi
gli affarferesti un gniffo. Ma lui zuto
t' alloppa, ti sbernecchia; e tu l'accazzi.

sabato 24 dicembre 2011

Frivolezza del giorno - in Ale. Ovvero: Un augurio molto personale


Thomas Nast - Santa

Non vi farò l’augurio più banale
con quel suo suono pieno: “Buon Natale”.
No, ecco, basta è sempre uguale,
è bello come un culo s’un pitale
con quel rombar corposo, viscerale.
Non è che io non sia sentimentale,
è che un augurio è vero se informale,
e lo è tanto di più se personale
perché dà voce al nostro Io ospitale.
Così, io spero non vi sia fatale
l’approccio ai pasti in tutto il lor quintale,
spero che al vostro partner il genitale
gli pruda un po’ di più, ché non fa male,
che in banca monti a panna il capitale,
 che ogni vostro guaio, il più accidentale,
non abbia da rimar con ospedale,
che cessino l’invio di una cambiale,
e che l’oggi vi si faccia più cordiale.
Infine che la Festa sia speciale,
l’anno che ormai giunge sia cruciale
e che, per essere quasi dialettale
godiate quanto e meglio d’un maiale!

martedì 13 dicembre 2011

Trilussa - La cecala d'oggi


Una Cecala, che pijava er fresco
all'ombra der grispigno e de l'ortica,
pe' da' la cojonella a 'na Formica
cantò 'sto ritornello romanesco:
- Fiore de pane,
io me la godo, canto e sto benone,
e invece tu fatichi come un cane.
- Eh! da qui ar bel vedé ce corre poco:
- rispose la Formica -
nun t'hai da crede mica
ch'er sole scotti sempre come er foco!
A momenti verrà la tramontana:
commare, stacce attenta... -
Quanno venne l'inverno
la Formica se chiuse ne la tana.
ma, ner sentì che la Cecala amica
seguitava a cantà tutta contenta,
uscì fòra e je disse: - ancora canti?
ancora nu' la pianti?
- Io? - fece la Cecala - manco a dillo:
quer che facevo prima faccio adesso;
mó ciò l'amante: me mantiè quer Grillo
che 'sto giugno me stava sempre appresso.
Che dichi? l'onestà? Quanto sei cicia!
M'aricordo mi' nonna che diceva:
Chi lavora cià appena una camicia,
e sai chi ce n'ha due? Chi se la leva.

venerdì 2 dicembre 2011

Frivolezza del Giorno - in one. Ovvero: Giornata mondiale contro l'AIDS

Vorrei sentirlo in chiesa durante una funzione,
o urlato da un passante nel mezzo a uno stradone,
che il Papa non v'accostasse la sua diffamazione
e il politico a lui vicino lo pensasse soluzione.

Sarebbe bene scriverlo su ogni cartellone
e forse troppo aggiungerlo alla Costituzione,
del resto il Sesso è libero, galante e un po' predone
e non lo trovo umano ridurlo a produzione.

Così, che al mondo siate gazzella o anche leone,
che andiate in strada in auto o viviate da pedone,
sia brutti come un culo o belli come Adone, 

non è question di credo ma solo di ragione.
"Usatelo", dico, quindi, a tutti in conclusione
e se non vi piace profillattico, chiamatelo goldone!

mercoledì 21 settembre 2011

Frivolezza del giorno - in ort. Ovvero: Estemporanea tragicomica d'incapacità statale

Con presenza very import
dalle reti della cort,
si parlava del trasport,
manco fosse import-export,
e del problema assai contort
tra isolani e stranieri insort.

"State tranquilli, io vi esort,
tutti noi staremo accort
e per ripagar del tort
qui faremo, in gran comfort,
campi da golf e un aeroport,
su scrivete nel report
che lo Stato vi support!"

Solo una scritta a tinte fort
ora campeggia sopra al port:
"Questo un tempo era un resort,
ora Lampedusa è mort.

giovedì 1 settembre 2011

Frivolezza del giorno - in aggio. Ovvero: Guido i' vorrei che tu Lapo ed io


Nel cercar di fare omaggio
a erudito e umano saggio,
senza scorrer da un sondaggio
cui dover pagar pedaggio,
perso nel vagabondaggio
mi trovai di sotto a un faggio:
Guido, Lapo” si era in Maggio,
Oh come vorrei il coraggio
di attirarla sul mio Piaggio,
e finire il nostro viaggio
con gran pomp… libertinaggio;
dico, almeno, un buon assaggio
di lei cinta sul mio ortaggio!”
In quel mentre un mio ingranaggio
ebbe come uno svantaggio,
non so dir se pel formaggio
o del vino beveraggio,
ma lì capii che il mio lignaggio
non di Dante era appannaggio,
bensì d’un bifolco di villaggio!

mercoledì 17 agosto 2011

Pelle

S. Fuoco - senza titolo
Del tuo corpo nudo ho più bisogno
che del tuo carattere, della tua voce.
Non perché t'ami in un silenzio denso o già feroce,
ma è della mia natura esser sanguigno.

Il quotidiano, invece, è come un ghigno,
ci ammanta di sollazzi e perversioni
che di rado trovano leggere concessioni,
dimenticate come gioie in uno scrigno.

Gli amanti  perdon
presto il condividere
del passar il tempo distesi, il loro ardore
troppi egoismi, troppa la vita da vivere

per dedicarsi ai gemiti, alla pelle, senza ore.
E così scordano com'è bello ridere,
guardandosi negli occhi dopo aver fatto l'amore.
 


Ps. Altre fotografie di Sara Fuoco potete trovarle qui
... il suo blog qui.
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