Forse non essenzialmente io, ma io

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Bologna (itinerante), Bo, Italy
Nato a Taranto il 6 maggio nel segno del Toro. Il Giallo del collettivo Shingo Tamai, cialtrone poliedrico, dilettante eclettico, onnivoro relazionale, sempre in cerca di piaceri, di vezzi, di spunti e di guerre perse in partenza. L'idea di comparire in questi termini sulla rete è nata da un brainstorming con un amico, Leonardo Chiantini, qualunque fortuna possa avere il suo primo "quaderno di appunti" virtuale, è a lui che vanno i suoi ringraziamenti.
Benvenuti e buona lettura.
Ps. Aggiungetemi su Facebook e, con lo pseudonimo andrelebrogge, su Twitter
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venerdì 7 settembre 2012

Estemporanea non originale


Simili perfette pagine non hanno bisogno di essere celebrate, anche se in questi tempi così balordi ci sarebbe da gioire anche per i più piccoli sprazzi di intelletto. 
Comunque non per celebrare, oggi ho fatto una di quelle cose che normalmente non faccio mai, cioè creare un contenuto riportando l'altrui. La scelta di pubblicare questa "Amaca" nasce dalla volontà di ricordare per sempre queste parole, impreziosite da quel finale così immenso: 
"Se questo avviene è solo perché il potere (anzi il dovere) di scegliere che cosa mostrare, di che cosa parlare è progressivamente venuto meno fino a scomparire dentro l'alibi ... - che bisogna "dare alla gente quello che vuole": ma la gente legge e clicca ciò che le viene offerto, non altro.  
Non è la gente che fabbrica le notizie, sono i media.
Anche il più sclacinato dei bancarellai ha facoltà di decidere quali merci esporre. I media sono gli unici commercianti che danno sempre al cliente la colpa della loro merce avariata.".
Informatevi.
Buona lettura.

domenica 22 luglio 2012

L'estate sta passando

"Non c'è che una stagione: l'estate. 
Tanto bella che le altre le girano attorno. 
L'autunno la ricorda, l'inverno la invoca, 
la primavera la invidia e tenta puerilmente di guastarla."
Ennio Flaiano 

Il mio professore di matematica del liceo diceva: "quando non sai che fare, fai il minimo comune multiplo", che non so bene applicato alla realtà a cosa potrebbe corrispondere, ma se dice funziona, funziona.

Comunque, prima di tornare a vedere la seconda stagione di Dexter, cosa che farò tra meno di dieci minuti, volevo dirvi che nei prossimi giorni, spero almeno, ci sarà la recensione di almeno una graphic novel (che a seconda del giorno ha come articolo indeterminativo quello femminile o quello maschile)  e un romanzo breve, poi qualche recensione musicale.
Volevo però chiudere con una lamentela sul Parmigiano Reggiano comprato alle fabbriche sconvolte dal terremoto. No, perché lo hanno venduto con una stagionatura (non so se dodici o sedici mesi) inviandolo con tutt'altra (non più di sei) e sono il colore chiarissimo e l'odore e il sapore a confermarmelo. Quando poi scoprirò l'azienda, semmai accadrà, aggiungerò nomi e cognomi. Ché poi il problema dello scoprire la fabbrica sta nel fatto che non sono io l'acquirente principale, ma una pasticceria di Gallarate, quella dove lavora la mia ragazza, attualmente chiusa per ferie. Dico la pasticceria, non la mia ragazza. 
Vabbè ora vado. 
Buona lettura.


Ps. Oggi ho notato che uno di voi peripatetici si è scancellato (verbo usato dallo stesso prof di matematica di cui sopra, giacché siamo al tributo) guardate che io mi affeziono, prima di andarvene salutate. Davvero.

giovedì 5 luglio 2012

Quando Facebook si fida più dei tuoi amici che di te. Ovvero: "Cavallo curioso"

Alcune delle cose che succedono non sono esattamente commentabili.
Questa è una di quelle.
Probabilmente una cosa simile è capitata a ognuno di voi, o capiterà nelle prossime ore. "Denunciate" dove e come potete. 
Questi metodi da Gestapo fanno schifo, pur essendo una domanda fatta a cazzo, pur non avendo apparentemente alcuna gravità o alcun risvolto.
Perché Facebook dovrebbe chiedere questa cosa ai propri utenti?
Perché non arrivano notifiche attraverso le quali gli utenti vengano informati di simili procedure?
A cosa servono simili informazioni?
Perché terzi dovrebbero rispondere a domande che mi riguardano?
A presto e buona lettura.


Ps. Potrete dire che non volete rispondere ma non evadere la domanda in qualche altro modo.

mercoledì 27 giugno 2012

Rimembranze

Trentadue anni fa, alle 20.59, nel cielo tra Ustica e Ponza, un aereo Douglas DC-9 dell'Itavia si squarciò in volo all'improvviso e scomparve in mare.
Ottantuno esseri umani finirono in un lampo.
Alle indagini seguirono depistaggi, manomissioni e cancellazioni di importanti prove.
Lo stato italiano, il minuscolo è un dato di fatto non un errore, ha sempre affermato di essere estraneo ai fatti.
Talmente estraneo da non essersi interessato nemmeno a trovare i colpevoli.
Buon mercoledì.
A presto e buona lettura.

lunedì 25 giugno 2012

Federico Aldrovandi mi sembrava morto di noia

Il 21 giugno, quattro giorni fa, una pagina orripilante della storia nazionale della polizia italiana è stata chiusa in Cassazione con una condanna definitiva, ripeto, Condanna DE - FI - NI - TI - VA, a tre anni e sei mesi di carcere per i quattro macellai in divisa che si fregiano dei nomi di: Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani, Luca Pollastri

Potrei soffermarmi sul fatto che tre anni e sei mesi mi sembrerebbero adeguati per una rapina a mano armata a un mercato ortofrutticolo, piuttosto che rincuorarmi che per una volta i matti con una divisa addosso non l'hanno passata liscia - non ce n'è bisogno, ma siccome i cerebrolesi son a distanza di un click, è evidente che non tutti quelli che indossano una divisa sono matti o bestie. Bene, se hai avuto bisogno di leggere questa annotazione, amico o amica, ho due notizie la prima è che a usare le generalizzazioni si rischia di incorrere in inutilità scrittorie, la seconda è che appartieni alla categoria dei cerebrolesi -  oppure potrei soffermarmi sul fatto che Paolo Forlani ha sporto querela nei confronti della madre del ragazzo massacrato di botte: 54 lesioni constatate dal medico legale sul suo corpo di diciottenne. 

lunedì 21 maggio 2012

L'alba dell'Indomani. Ovvero, aspettando lo SMELL

Aroma, emanazione, fragranza, profumo, aulenza, miasma, sentore, effluvio, puzzo, fetore, tanfo, graveolenza, maleolenza, afrore. 
Forse siamo al completo, o forse no, fatto sta che ognuna di queste parole si lega come sinonimo a odore, il che indica due cose in particolare: la prima che pur nella ricchezza offerta dal linguaggio, c'è nell'uso che se ne fa un impoverimento della forma; la seconda è che la parola odore, come la parola qualità, nel nostro vocabolario è semplicemente un contenitore neutro, cioè è priva di una connotazione negativa o positiva perché le contiene entrambe. 
A fare forse chiarezza o magari semplicemente a parafrasare il motto "abbiate naso", da domani al 27 maggio, Bologna, ma anche Ferrara, Modena e Rimini, ospiteranno le tappe-evento (quindi le tappento) della terza edizione dello Smell, il Festival Internazionale dell'Olfatto. Il sottotitolo di quest'anno è L'alba dell'indomani, che maturandosi nell'implicito "quale odore avrebbe secondo voi?" mi porta al motivo principale per cui son qui a scrivere questo post.

sabato 12 maggio 2012

Dichiaro di non crederci. Ovvero Tecnologia vai affa... in avaria.

A volte il silenzio è colpanza (vecchia citazione scolastica di un uomo, Mimmo Pagliara, che fa parte del mio ricchissimo bagaglio affettivo) nostra, a volte, forse più spesso, siamo vittime di circostanze fortuite. 
Insomma uno è lì che si sveglia al mattino proprio con la voglia ancestrale di usare internet per godersi la nuova, e tuttora non vista, puntata sottotitolata del Trono di Spade, quando trova il pc in stato di caricamento permanente di qualcosa. Qualcosa di non specificato, intendo. Optando per una scelta drastica si pigia il power, spegnendolo anche con una certa acrimonia. Finché... finché insomma alla ri-accensione il pc non comunica che il giorno dell'Apocalisse è giunto, l'hard disk non esiste e c'è solo una cosa da fare per salvarsi, ma lo scopriremo domani. No dico davvero, domani aprirò il pc. E probabilmente non c'è altro modo che chiamarlo, se non colpo di culo galattico, l'aver salvato su un hard disk esterno il salvabile. Adesso se vi state chiedendo con cosa io vi scriva, sappiate che è grazie a un amico coraggioso che mi ha messo in mano un minipiccì con "l'inaffondabile" Linux (che già in altre occasioni ho mandato a mignotte) come sistema operativo.

Comunque questo è il motivo del mio prolungato silenzio. C'è di buono che questa privazione, mi ha rimesso addosso una voglia di leggere encomiabile, tanto che ho consumato ben quattro libri in cinque giorni e direi che come media mi pare pure buona, tutto sommato. 
Godetevi 'sto sabato sera, io da domani ricomincio a spammare di brutto.
... che poi, a pensarci, non si poteva vivere di luddismo?
A presto e buona lettura.

Ps. Ah, a proposito nel frattempo siamo arrivati a 32...
Pps. Tengo a precisare che sono molto più bello di quel che sembro... o così si dice.

venerdì 13 aprile 2012

Andrelebrogge. Billò n'est plus ici

A chi mi chiede il perché di Andrelebrogge, rispondo sempre: "E' una storia lunga". Non è che posso raccontare a tutti che l'Imprendibile Le Brogge è figlio della mia traslitterazione di Andrea Broggi a favore di un nome da dare a un asso francese di un gioco da tavolo ambientato durante la Prima guerra mondiale, Blue max, che andava per la maggiore nell'allora Sede ludica senese.
Fu in quegli anni che entrò nella mia famiglia un trovatello giovanissimo, ma di non ben precisata età.
Billo, un nome un programma dato che i senesi chiamano Billo il loro fallo, quello si spererebbe non fischiato, intendo.
E sempre di quel periodo è questo fotomontaggio. che immortala il franco-algerino Andrè Le Brogge con il suo inseparabile Billo.
Un venerdì 13 qualunque quello di oggi, ma che non voglio dimenticare nemmeno nella forma.
A' bientot mon blanc copain. Adieu n'exist pas pour nous.

Notturno #1


"Ecco, la musica è finita, gli amici se ne vanno..."

Mi par di sentire l'aria cantata dalla voce tremula della Vanoni, proprio ora mentre due degli Shingo Tamai ritornano alle loro case bolognesi, due sono in viaggio per Imola, uno è disperso nei meandri della Sicilia e l'ultimo scrive.
E' talmente un casino che non posso fare a meno di osservarne il lato comico. 
"E se tutto quello che abbiamo scritto, lo riscrivessimo a due mesi dalla consegna?".
E' dura essere degli Shingo Tamai. Ma come ci si diverte noi, non lo si può nemmeno spiegare e poi, via, alla fine se in nove settimane e mezzo due persone vivono l'intera esperienza del Kamasutra, in sole nove si riuscirà pure a scrivere un libro!
Buona lettura!

giovedì 5 aprile 2012

Intermezzo d'aprile

Ok lo ammetto, avrei dovuto pubblicare almeno due nuovi contenuti di incontri con artisti, ma ho delle buone ragioni se ancora non l'ho fatto. Difatti ogni mio margine di tempo sta venendo inglobato dalla scrittura di quel secondo volume Shingotamaiano di cui tanto si parlava qualche tempo fa e che ormai vede in lontananza la fine, con somma gioia dell'intero collettivo di scrittura. 
Oggi però mi è successa una cosa davvero strana, mi sono infatti letteralmente scontrato con un articolo che ho trovato non solo particolarmente condivisibile, ma anche molto interessante. Ora, normalmente tutto ciò che viene letto qui è un prodotto diretto di una combinazione molto famigliare di meningi e dita e tasti, ma come già mi presi la briga di farlo per la musica con la lettera di Tony Pagliuca, questa volta lo farò con l'editoria. Questo l'articolo di Graziano Lanzidei su un argomento decisamente molto delicato: Editoria a pagamento e Festival dell'Inedito.

"... Poi è arrivato il Festival dell’Inedito, spinto e sponsorizzato da Antonio Scurati. Ente promotore il Comune di Firenze che, così dice, a Giugno dovrebbe ospitare alla Leopolda una fiera, quella sì inedita, di aspiranti scrittori. Vi spiego brevemente il meccanismo: 130 euro sono per l’iscrizione, così qualcuno leggerà lo scritto che volevi pubblicare ma mai nessuno ha accettato. Nel caso in cui loro ritengano che questa non pubblicazione è un’ingiustizia, devi pagare altre 400 euro. Al buio. Perché non è detto che poi la manifestazione si faccia. Nel caso in cui non si dovesse fare, loro dicono che ti restituiranno una parte di quei soldi. Esattamente 200 euro, perché le restanti 330 se le tengono per il disturbo. E questo è solo l’inizio. Perché poi c’è tutto un particolare tariffario per presentazioni, presentazioni con commento critico, presentazioni con letture di un attore professionista e così via. Ad ogni complimento o ad ogni iniziativa, devi girare coi soldi in bocca e pagare. A me è venuto in mente Eureka Street, proprio per rimanere in tema. In particolare l’escamotage pensato da Chukie, uno dei coprotagonisti, per alzare soldi facili. Lui s’era inventato uno stratagemma singolare e geniale, a suo modo: aveva fatto la foto all’unico vibratore di cui era in possesso e aveva messo l’annuncio su diversi giornali. “Vendesi vibratori”. Le persone interessate dovevano mandare un assegno, con la causale ‘vibratore’ ben specificata, per poterlo acquistare. Nel caso in cui l’acquisto non andasse a buon fine, gli acquirenti dovevano richiedere in cambio dei soldi, ben specificando la causale nel compilare la richiesta. In poche parole: arrivarono una marea di ordini, ma nessun vibratore venne spedito e furono davvero in pochi quelli che richiesero indietro i soldi. Chukie diventò ricchissimo, senza vendere nulla, e iniziò così la sua lunghissima e sfolgorante carriera di manager geniale e disposto a tutto. Adesso non ho idea di dove vogliano arrivare gli ideatori del Festival dell’Inedito, né dove abbia intenzione di portarli Scurati. Lo stratagemma per ora mi ricorda molto quello di Chukie ad Eureka Street. Far leva su dei sogni/bisogni. E sfilare soldi ai malcapitati ..."
Qui per continuare a leggerlo (immotivatamente, almeno per quel che sembra, il post è stato rimosso).

Il mio pensiero sull'editoria a pagamento è cosa abbastanza risaputa, ma grazie alla creatività di un'amica potrò sintetizzarlo garbatamente. 
 
Il nano cagarino da giardino è gentilmente offerto da Stefania Prestopino

Dopo aver fatto questa mirabolante scoperta, non quella del nano intendo, ma quella del Festival dell'Inedito, mi sono imbattuto anche in quest'altra notizia, che è stata, diciamo, il coronamento perfetto del primo giorno di pioggia dopo ormai non so più quanto tempo di sole. 
Anche Moccia scende in politica 

Un cordiale buon giovedì a tutti, no via, a quasi tutti, che agli altri un Vaffanculo non glielo toglie nemmeno Frate Indovino dal calendario.
A presto e buona lettura. 

venerdì 2 marzo 2012

And the winners are...

E così a furia di titillare la legge dei "Sei gradi di separazione" è arrivato pure fino a me. M'hanno infatti nominato per il premio The Versatile Blogger award, cioè un passaparola tra blogger che segnalano, e quindi segnalandoli premiano, i propri blog preferiti. Insomma una cosa tipo: "v'ho mai detto quanto è ganzo quello che abita nel palazzo di fronte?" però più agghindata e glamour. 
Di questo, ma senza sarcasmo, perché il passaparola è fondamentale sul web e non serve una volpe per comprenderlo, devo ringraziare la deliziosa preferenza della signorina Alice, che sarà pure che tutto quel che fa, lo fa per la prima volta, ma lo racconta straordinariamente bene.
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